Domenica 21 Luglio 2024

Cristiano Cavina. Occhio alla pizza. Il giallo è servito

Strana morte del riccone del paese: si indaga con humour

Cristiano Cavina. Occhio alla pizza. Il giallo è servito

Cristiano Cavina. Occhio alla pizza. Il giallo è servito

Ogni uomo è una pizza. Manolo Moretti guarda in faccia gli avventori della pizzeria in cui lavora e sa già quale sarà l’ordinazione che arriverà al bancone. Pizzaiolo ma ex sovrintendente della penitenziaria che significa - nel paese romagnolo in cui vive in un vecchio camper confiscato e che s’affaccia sul mare - poliziotto. Il passato di Manolo s’intreccia con quello di Vittor, il proprietario della pizzeria, finito in carcere per qualche anno. Sono due uomini scavati dalla vita, alla seconda possibilità, ma che non smettono però, con quel gusto romagnolo (anche negli idiomi utilizzati) di prendersi poco sul serio, di guardare di traverso il mondo, senza perdere di vista ciò che sono. E senza dimenticare ciò che erano con relative sconfitte e difficili (quanto non ardite) risalite.

Accade poi che nella suddetta pizzeria l’anziano e ricco del paese muoia con la faccia che finisce su una pizza ai funghi (arrivati dalle montagne circostanti). Il malore non è un’opzione. Piuttosto l’avvelenamento come soluzione per accaparrarsi l’ingente eredità: ma a chi andrà quella fortuna, visto che il vecchio non aveva figli? Un omicidio che suona immediatamente come una maledizione per la pizzeria che si ritrova al centro dell’indagine. Finché Manolo, il poliziotto per tutti (anche se era un secondino), e Channel (rigorosamente con due enne) cameriera col fuoco sacro della true detective, non decidono di indagare.

L’intreccio c’è, i contorni del giallo pure, qualche repentino colpo di scena in questo asse tra presente e indicibile passato anche. Il tutto condito dallo humour romagnolo. Niente di esotico: perché come nella pizza l’ananas è un’aberrazione (e Manolo ne è convinto assertore di questo), così un giallo di provincia per essere reale (e leggibile) non ha bisogno di ingredienti forestieri. E la ricetta di Cavina alla fine funziona.

Matteo Massi