Sabato 27 Luglio 2024
Serena Votano
Libri

“Cose che non si raccontano”, il coraggio di Antonella Lattanzi di raccontare l’irraccontabile

Candidato al Premio Strega 2024, il libro è un coraggioso romanzo autobiografico sul desiderio di essere madre

Ci sono cose che non si raccontano perché la vergogna potrebbe essere troppo grande, perché non sempre chi ascolta è disposto a portare il peso del dolore. E il segreto offre l’opportunità di credere che nulla sia successo.

L’autrice Antonella Lattanzi, dopo mesi di silenzio, ha trovato le parole per raccontare l’irraccontabile: “Cose che non si raccontano” (Einaudi, 2023) è un coraggioso romanzo autobiografico sulla sua dolorosa battaglia per la maternità. Vincitore del premio Wondy 2024, il romanzo è tra i dodici libri candidati al Premio Strega 2024.

"Cose che non si raccontano”, la trama

Dopo due aborti volontari a diciotto e vent’anni, Antonella alla soglia dei quaranta sente che è arrivato il momento giusto per avere un figlio insieme ad Andrea, il suo compagno. Se prima non voleva, perché era intenta a realizzare il suo sogno più grande – diventare scrittrice – adesso sente che è arrivato il momento di diventare madre.

È un libro che parla di felicità, di pazzia, di colpevolezza e sensi di colpa. Una dura confessione in cui Antonella narra il suo percorso verso la maternità, segnato dalla difficoltà di rimanere incinta in modo naturale, e dalla necessità di ricorrere alla Pma (procreazione medicalmente assistita) per ben tre volte. L’autrice non si ferma di fronte a niente, raccontando forse più di ogni altra cosa il potere della scrittura.

Quello che è successo me lo sono meritata pure perché, mentre cerco il coraggio di scrivere tutto questo, io penso: sarà un libro? Sarà un bel libro? Me lo sono meritata perché, anche ora, invece di pensare solo a quello che è successo, io sto pensando alla scrittura. Anche adesso che tre bambine non ci sono più.

Di fatto Antonella si divide tra il desiderio di maternità e l’uscita di un romanzo salvifico, “Questo giorno che incombe” (HarperCollins, 2021) in cui – caso vuole che – mette insieme la gioia ma anche il risentimento che una madre può provare per i propri figli. Nel mezzo, il lockdown, le visite mediche, le ecografie, i lunghi ricoveri, i silenzi, la rassegnazione e il rifiuto di accettare il destino.

Ci hanno detto che erano tre bambine il giorno prima che morissero. Come sei esagerata, vita.

Trovare le parole giuste da usare in questi casi è un esperimento impossibile anche per uno scrittore, Antonella Lattanzi ci prova: gravidanza, incinta, figli, riduzione… sono parole che non userà più dal momento che scoprirà di essere incinta di tre gemelli, è una gravidanza a rischio secondo tutte le ipotesi. Tuttavia sono le uniche parole che può usare per raccontare questa storia che è sua e di tutte le donne – libere, testarde, ambiziose, contraddittorie.

Antonella Lattanzi, scrittrice e sceneggiatrice, è nata a Bari nel 1979 e vive a Roma. Ha scritto i romanzi “Devozione” (Einaudi 2016), “Prima che tu mi tradisca” (Einaudi 2013), “Una storia nera” (Mondadori 2017) da cui è stato tratto un film, “Questo giorno che incombe” e le sceneggiature dei film Fiore (2016), “2night” (2016), “Il campione” (2019), Nastro d’Argento per l’opera prima.

In questo romanzo riesce a mettere insieme tutti i pezzi: le gioie e i dolori, le volte in cui si divideva tra il desiderio di essere madre e la passione per la scrittura, le volte in cui si è sentita la madre peggiore del mondo e i giorni cui ammette che scrivere questo libro la fa sentire malissimo.

Non è un memoir, non è uno sfogo. “Cose che non si raccontano” è un romanzo rabbioso, a tutti gli effetti devastante, in cui l’autrice dialoga con il lettore e con i suoi dubbi sulla genitorialità: desidero un figlio? Sarò un bravo padre/una brava madre? Che ne sarà di me e delle mie ambizioni?

Un romanzo consigliato a chi non ha paura della verità. Sarà difficile uscire indenni e impassibili dalla sua lettura.