Lunedì 29 Luglio 2024
SIMONA BALDELLI
Libri

Come sei bella sulla bicicletta Fonsina. Non scendere mai

“I libri degli altri” di Simona Baldelli: l’omaggio a Paolo Facchinetti per il suo libro su Alfonsina Strada e il legame tra sport e cultura, celebrando la sua figura e il superamento dei limiti umani attraverso lo sport.

Come sei bella sulla bici. Non scendere mai

Un omaggio a Paolo Facchinetti per il suo libro su Alfonsina Strada

Bologna, 28 luglio 2024 –  Caro Paolo, ti scrivo un po’ all’impronta perché avevo in programma di spedire questa lettera a qualcun altro. Ma due sere fa, vedendo la cerimonia d’inaugurazione delle Olimpiadi, ho capito che il destinatario potevi essere solo tu. È stato nel momento in cui la fiaccola olimpica è passata dalle mani di Zidane a quelle di Nadal, insieme a Carl Lewis, Nadia Comaneci e Serena Williams.

Ho pensato subito alla tua biografia “Gli anni ruggenti di Alfonsina Strada” (Ediciclo Editore), la prima e unica donna ad aver preso parte al Giro d’Italia, nel 1924, recentemente uscito in una nuova edizione. Tu sai quanto ami Alfonsina, e quanto il tuo libro su di lei mi sia stato prezioso. Chissà perché, ancora, lo sport non viene considerato una piena espressione di cultura. E non solo per l’antico capoverso di Giovenale “Mens sana in corpore sano”, né perché ne hanno scritto raffinatissimi intellettuali, da Omero ad Ariosto, passando per Buzzati, Calvino, Soriano, Amis, Pinter e Oates. Mentre cerca di correre più velocemente che può, di fare un tuffo perfetto, attraversare l’area avversaria per insaccare la palla in rete, un atleta sta lottando contro i suoi limiti sia fisici che mentali. E spesso li supera. Usain Bolt che copre i cento metri in 9.58 non ci sta dicendo che lui può andare a quella velocità, ma che può farlo l’essere umano. Una velocità impensabile fino a trent’anni fa. È come se ci stessimo espandendo, diventando un po’ immortali.

Alfonsina se n’è andata la sera del 13 settembre del 1959. In quegli stessi minuti una sonda spaziale russa, il Lunik2, toccava per la prima volta la superficie lunare, che fino a quel momento aveva rappresentato il limite fisico e filosofico dell’umanità. I poeti le dedicavano versi. Astolfo va sulla luna a recuperare il senno di Orlando. I potenti della terra si sfidavano per raggiungerla per primi. Mentre ci lasciava, Alfonsina ci ha detto: quel limite è stato infranto, ora possiamo fare sogni più grandi.

Quest’anno le sono stati dedicati il Giro Woman, una cima, una tappa. Le vengono intitolati strade e giardini. Ricorre il centenario di quell’impresa, è Anno Olimpico e abbiamo sperato che portasse una tregua olimpica perché Alfonsina ha pedalando attraverso due guerre mondiali e sa la stupida crudeltà dei conflitti. Corse quel Giro durante il ventennio che aveva vietato, fra le altre cose, le competizioni femminili. Non sfidò gli uomini, ma una legge ingiusta. Ha infranto molti limiti, portandoci con sé.

Grazie Paolo, per aver recuperato pezzi della sua vita, i record, gli articoli di giornale, le fotografie e averli messi assieme in quel tuo prezioso volume. Se mi permetti chiudo con una frase che spesso le dedico, e che spero sia d’augurio a tutti noi: Come sei bella sulla bicicletta, Fonsina. Non scendere mai.