Venerdì 2 Agosto 2024
COSTANZA CHIRDO
Libri

Come la poesia è stata uno sport olimpico (e come ha smesso di esserlo)

Le prime olimpiadi includevano anche gare di poesia. E così anche i giochi di Stoccolma nel 1912, in onore dell’antico legame tra arte e sport

Pierre de Coubertin

Pierre de Coubertin

Roma, 31 luglio 2024 – Pensare alle Olimpiadi significa pensare allo sport. Per definizione, i Giochi olimpici dell’era moderna sono un evento sportivo, quadriennale, a cui partecipano i migliori atleti del mondo. Eppure c’è stato un momento in cui la competizione alle Olimpiadi non era solo tra atleti. Nei giochi olimpici del 1912 a Stoccolma, in Svezia, le categorie di gara includevano architettura, scultura, pitturamusica e anche la poesia.

Come scrive Literary Hub, “Sebbene spesso separati, atleti e artisti sono entrambi performer; creano, e forse desiderano, spettacolo”. Questo antico legame tra arte e sport aveva interessato il barone Pierre de Coubertin, dirigente sportivo, conosciuto per essere stato il fondatore dei Giochi olimpici moderni. La sua visione dei giochi era, in un certo senso, molto letteraria: “L'antica Olimpia era una città di atletica, arte e preghiera – scrisse – È un errore invertire l'ordine di questi tre termini, come a volte viene fatto.”

Così le Olimpiadi del 1912 inclusero anche gli artisti. La giuria artistica avrebbe “considerato solo opere non precedentemente pubblicate, esposte o eseguite, e aventi una qualche connessione diretta con lo sport.” Ai giochi di Stoccolma, la competizione letteraria di poesia ebbe meno di dieci partecipanti – anche se includeva Marcel Boulenger, un romanziere francese che vinse una medaglia di bronzo nel fioretto alle Olimpiadi del 1900, il simbolista francese Paul Adam e il drammaturgo svizzero René Morax. L'oro fu assegnato a due tedeschi, Georges Hohrod e Martin Eschbach, per la loro opera “Ode allo Sport”. La giuria fu effusiva nei loro elogi.

Eppure – fatto interessante quanto strano – Hohrod e Eschbach non esistevano. Non erano che due pseudonimi per de Coubertin, che vinse quindi la competizione da lui stesso organizzata, e rivelò la verità solo molti anni dopo. Gli storici olimpici sono rimasti perplessi di fronte all’accaduto, e una vera spiegazione non è mai stata trovata. Inoltre, secondo Literary Hub, forse la giuria iniziale cercava di giustificare il posto della letteratura nelle Olimpiadi, lodando “Ode allo Sport” più di quanto meritava. E lo storico Tony Perrottet ha notato che molte delle poesie vincitrici nelle Olimpiadi “sono misteriosamente scomparse... forse, come hanno suggerito i critici, a causa della loro dubbia qualità letteraria.”

Alla cerimonia di chiusura dei giochi di Parigi nel 1924, de Coubertin riaffermò comunque il bisogno della presenza dell’arte, del culto della bellezza alle Olimpiadi, oltre ad atletismo e sport. Affermazione destinata a non durare molto: le Olimpiadi di Londra del 1948 furono le ultime a includere le competizioni artistiche. Come racconta Literary Hub, in una riunione a Roma l'anno successivo, il comitato concluse che “sembrava illogico che professionisti della letteratura dovessero competere in tali esibizioni e ricevere medaglie olimpiche.” Tra gli ultimi vincitori ci furono la medaglia d'oro Aale Tynni della Finlandia – la prima donna a vincere – e il medaglia d'argento Ernst Van Heerden, un poeta sudafricano che fu il primo vincitore olimpico apertamente gay.