Bologna, 18 agosto 2024 _ Se pensate di aver letto tanto e bene, beh, non conoscete Roberto Barbolini. Se non lo conoscete e volete fare una escursione no limits nella cultura a 360 gradi, il suo “Apocalisse a rate” (Fuoriasse Edizioni) è uno strumento utile e straordinario. In cui il sapere, le citazioni, le letture si riversano nelle pagine con leggerezza, ironia, conoscenza. In un viaggio su chi siamo e cosa stiamo diventando sulla spinta della “pancia della gente, un’intelligenza intestinale“, sostitutiva “della attività cerebrale”. In questo viaggio ci sta di tutto: a cominciare dalla doppia vita dell’autore, scrittore e giornalista, o viceversa, con la consapevolezza che aveva comunque ragione Kraus quando spiegava che ciò che fa di un essere umano un giornalista è "non avere un pensiero e saperlo esprimere". Poi, la rivincita dello sfigato, l’arte che oramai viene messa da parte, anche il ritorno dove non siamo mai stati.
Paradossi apparenti nel percorso verso l’Apocalisse, che non è necessariamente solo quella che porta con sé pandemie e guerre. Un punto finale che non arriva all’improvviso, ma che inevitabilmente arriva. A poco a poco. Per essere esatti: a rate.