Lunedì 4 Novembre 2024
ANNA MANGIAROTTI
Libri

Amélie Nothomb: "Sono nata sopravvissuta. Non potevo che scrivere"

Alla scrittrice belga il Premio europeo Rapallo per il romanzo “Psicopompo“. "Mio padre scampò al plotone d’esecuzione, la morte mi è stata vicinissima".

Amélie Nothomb, 58 anni, vincitrice del Premio europeo Rapallo 2024

Amélie Nothomb, 58 anni, vincitrice del Premio europeo Rapallo 2024

Roma, 2 novembre 2024 – Perfetto palcoscenico il Teatro Carcano, domani (ore 19,30), per l’istrionica scrittrice belga francofona che si è creata sapientemente addosso un personaggio: Amélie (in realtà è Fabienne Claire) Nothomb, che dice di essere nata a Kobe, Giappone, il 13 agosto 1967 (mentre è nata a Etterbeek, Bruxelles, il 9 luglio 1966). Premiatissimo il suo talento narrativo, elaborato in un libro all’anno, seppur dichiara che, incominciando a scrivere a 17 anni, ha prodotto anche sette romanzi l’anno. L’ultimo alloro le verrà conferito durante la serata milanese: il Premio Europeo Rapallo BPER Banca 2024, per il 32° (se il calcolo ufficiale è corretto) romanzo Psicopompo. Il termine, nella mitologia, designa la divinità con funzioni di guida delle anime dalla vita alla morte (o viceversa). Le motivazioni della giuria: "Romanzo penetrante e profondo, che, sostituendo agli occhi della bambina immaginifica e curiosa quelli della giovane donna che sa guardarsi dentro e guardare oltre, suggerisce mondi diversi e inquietanti ove trovare risposte all’ansia e al dolore del vivere". A consegnare il premio, Massimo Pronio (Commissione europea), Elisabetta Ricci (sindaca di Rapallo), Eva Cantarella (presidente della giuria), Serena Morgagni (direttrice Comunicazione di BPER Banca). A introdurre, Margherita Rubino, coordinatrice del Premio. Gratuitamente, fino a esaurimento posti, il pubblico potrà assistere al dialogo di Nadia Terranova con Amélie. Che ci concede un preludio.

Amélie: per "la migliore scrittrice europea" (tale corona le verrà posta sul capo), cos’è il Vecchio continente?

"L’Europa è il solo continente dove tutte le ipotesi sono autorizzate".

Autobiografico, intimo, Psicopompo rivela la violenza subita dodicenne su una spiaggia in Bangladesh, cui fa seguito l’anoressia. Perché si è decisa a raccontare certi traumi?

"Per comprenderli".

Pièce teatrale, nel 2012, Libri da ardere: sono l’unico materiale per alimentare la stufa, mentre fuori una città è assediata dai barbari. L’unica volta in cui ha affrontato la guerra? Da quelle in corso potrebbe trarre ispirazione?

"No, non mi pare sia la sola volta. Di sicuro in Primo sangue faccio riferimento alla rivolta nel Congo in cui fu coinvolto mio padre. Per il futuro, si vedrà".

Figlia di diplomatico, che opinione si è fatta dei diplomatici incaricati di risolvere gli attuali conflitti?

"La diplomazia riesce sempre di meno a evitare le guerre, purtroppo".

Essere nata da un uomo appena scampato al plotone d’esecuzione l’ha fatta sentire con un destino già scritto?

"Questo significa che la mia vita è incominciata vicinissima alla morte: sono nata sopravvissuta".

Solo alla scrittura avrebbe potuto dedicarsi?

"Ne sono convinta".

I suoi libri sono tradotti in 45 lingue. Legge letteratura straniera in lingua originale? Tra gli italiani apprezza qualcuno in particolare?

"Leggo in inglese e in italiano, e devo dire che i miei libri sono molto più belli in italiano (pubblicati sempre da Voland n.d.r.). In ogni caso amo molto Natalia Ginzburg".

In Italia viene solo per le presentazioni?

"Sì, ma succede abbastanza spesso, per fortuna!"

La definiscono "affascinante e leggiadra". Perciò si veste sempre di palandrane nere?

"È più facile per fare il bucato".

Colore associato al lutto, il nero. Anni fa dichiarò la difficoltà di vivere l’amore, come ogni relazione funestato dalla noiosa costante della lotta per il potere: "Il modo più pietoso di eliminare l’amante secondo me è una bella coltellata". Lo crede ancora? La stampa italiana, quasi ogni giorno, riporta siffatti episodi...

"No, non lo credo più. È una teoria ormai fin troppo ottimista".