Lunedì 28 Ottobre 2024

Alberi monumentali, vademecum spirituale

Un viaggio attraverso cento alberi ultracentenari in Italia, tra riflessioni sull'importanza della natura e suggerimenti per un futuro sostenibile.

Alberi monumentali, vademecum spirituale

Un viaggio attraverso cento alberi ultracentenari in Italia, tra riflessioni sull'importanza della natura e suggerimenti per un futuro sostenibile.

Tiziano, uno di questi giorni mi metto in viaggio col tuo Alberodonti d’Italia. Forse non l’avevi concepito come una guida, però sai di certo che i libri non sono di chi li scrive, ma di chi li legge, e dunque abbi pazienza se ne faccio un vademecum. Che magnifico volume, nell’aspetto e nei contenuti, impreziosito da racconti, poesie, citazioni e fotografie su cento alberi ultracentenari che si trovano in Italia. Sono sopraffatta da tanta bellezza, e dalla trama d’ordito con cui cuci scrittura e immagini. E mentre ragioni su ciascun albero, mi vedo in quel parco, provo il desiderio sconfinato di quell’ombra e lasciar correre i pensieri. I polmoni si distendono e respiro meglio. Da più di vent’anni scrivi di questi temi, sul rapporto e coesistenza fra uomo e natura con una competenza e una partecipazione che hanno portato ad Alberodonti il Premio Vulture e Green Book Ninfea. Quanti danni abbiamo fatto in questi duecentolima anni, da quando l’Homo sapiens è arrivato su questa terra? E quanti ne facciamo in buona fede, convinti di mettere in atto comportamenti virtuosi?

A un certo punto dici che il fiorire di boschi verticali, pareti vegetazionali e quartieri green sono la testimonianza di una nuova sensibilità, e un po’ ci rassicuri. Ma una manciata di pagine dopo evochi una nevrosi globale, l’ecoansia, per un futuro sempre più inquinato, privo di risorse idriche e d’ossigeno. E che facciamo allora? Piantiamo alberi in terrazza, lungo i marciapiedi, trasformiamo in giungle i nostri microscopici giardini domestici, importiamo giovani alberi perché ripopolino il cemento delle nostre città. Ma è una soluzione o un modo per ripulirci la coscienza o addomesticare a nostro uso e consumo ciò che non andrebbe addomesticato? Ma gli alberi lo vogliono (ti chiedi e ci chiedi)? Come stanno nelle nostre città dal momento che la loro vita media è la metà di quelli fuori dai perimetri urbani?

Nel corso del libro suggerisci analisi, soluzioni (bellissima l’idea della Metropolizia Vegetale). Soprattutto ci fai venire voglia di una vita più naturale, pulita, umana, e riflettere su quale mondo lasceremo alle generazioni future, ammesso che c’importi davvero. Di questi cento alberi costruisci una mappa dettagliata, corredata di fotografie, collocazione, età, dimensioni, circonferenza del tronco. Inizierò dalla Querciona delle Streghe a Capannori (o Quercia del Pinocchio, poiché pare che Collodi cercasse ispirazione sotto le sue fronde). Ha fra i 500 e gli 800 anni, misura 25 metri di altezza e ha una circonferenza di 460 centimetri. Non è una quercia, è un monte. E non vedo l’ora di accarezzarle le rughe della corteccia. Sarà il viaggio più bello. Intanto grazie per avermene data un’ampia anticipazione su carta. Devi essere contento, perché libri così fanno un gran bene agli esseri umani. E un po’ anche a Madre Natura.