"Che sia data a me la mia bocca per parlare e le mie gambe per camminare...". Sul sarcofago di calcare bianco (risalente al II secolo a.C. e rinvenuto a Saqqara) sono incise in geroglifici le parole del ’Libro dei Morti’ e quella che gli egizi definivano la ’Formula per uscire al giorno’ e assicurarsi così la vita eterna. Menis era il nome di colui che venne sepolto nel sarcofago, quasi certamente un notabile: nel 1830 il duca Francesco IV d’Este decise di acquistare il prezioso reperto (privo della mummia) e lo fece arrivare a Modena per le sue collezioni d’antichità, ma già dal ‘400 gli Estensi amavano ‘conquistare’ oggetti di terre ed epoche lontane, proprio perché il possesso di queste rarità era un motivo d’orgoglio e un segno di prestigio.
Sono proprio questi ’Riflessi d’Egitto’ a illuminare la mostra che si potrà visitare dal prossimo 6 novembre fino al 4 marzo 2025 alla Galleria Estense di Modena: per la prima volta si potranno ammirare oltre 150 reperti perlopiù inediti della raccolta egizia ed "egittizzante" dei duchi: "Gli Estensi sono stati voraci collezionisti, oltre che grandi committenti – sottolinea Alessandra Necci, direttrice delle Galleria Estensi –. Abbiamo voluto portare alla luce un aspetto poco noto delle loro passioni, quello per il mondo egizio".
La mostra – a cura di Maria Chiara Montecchi – unisce dunque i pezzi della raccolta ducale, catalogati e ‘riscoperti’, con prestiti d’eccezione dal Museo Egizio di Torino, così come dall’Archivio di Stato di Modena, dal Teatro Comunale e dall’Accademia Militare. Di rilievo, per esempio, è il frammento di statua naofora in basalto nero, documentato nelle raccolte estensi fin dal 1584, ancora in epoca ferrarese, e altrettanto affascinanti sono 19 statuette ‘ushabti’, dieci delle quali appartenevano al corredo funerario del ‘sovrintendente dell’esercito’ Psamtek-sa-neit, vissuto durante la XXVI dinastia (664-525 a.C.). E poi 50 amuleti e 26 scarabei incisi. Alcuni degli oggetti antichi arrivarono agli Estensi nel 1803 grazie al lascito testamentario del marchese Tommaso Obizzi. Dal Museo Egizio di Torino giungono a Modena due stele, vasetti in alabastro, statuette policrome in ceramica e legno.
Una sezione sarà dedicata ai viaggi in Egitto e alle esplorazioni del XIX secolo: anche il duca Francesco V d’Austria - Este nel 1864 (quando aveva già lasciato Modena) intraprese un viaggio verso la Terra Santa, e redasse un diario di viaggio, il cui primo volume – esposto in mostra – è proprio dedicato all’Egitto. A chiudere il percorso sarà una parte più ‘pop’ dedicata ai riflessi d’Egitto nel teatro e nel cinema, dai kolossal epici ai cartoni animati che hanno attinto alla storia, al mito e al mistero di una civiltà meravigliosa. Info, www.gallerie-estensi.beniculturali.it