Per difendere i cuccioli dai leoni killer, le leonesse asiatiche hanno adottato una soluzione senza precedenti: accoppiarsi con maschi appartenenti ad altri branchi e in questo modo, sostengono gli scienziati, oscurare deliberatamente l'identità del padre dei piccoli. A conti fatti, la strategia si è rivelata efficace e ha portato a un calo drastico delle aggressioni, un dato importante anche a livello macroscopico se teniamo conto che il leone asiatico è una sottospecie in pericolo di estinzione. LE LEONESSE E LA DIFESA DEI CUCCIOLI Questo comportamento è stato osservato tra gli esemplari che si trovano all'interno del Gir National Park, in Gujarat, lo stato dell'India nord-occidentale che ospita gli ultimi leoni asiatici viventi. Dopo un'osservazione proseguita per alcuni anni, seguendo le femmine e i loro cuccioli, è emerso che le leonesse tendevano ad accoppiarsi non solo con "la coalizione primaria", cioè il gruppo di animali maschi che frequenta l'area d'azione del branco delle leonesse, ma anche con leoni di coalizioni limitrofe, che possono invadere il loro territorio. Inizialmente i ricercatori hanno pensato che fosse un caso, poi hanno scoperto che si trattava di una modalità di accoppiamento tutt'altro che casuale e persino deliberata. Lo scopo, hanno dedotto, era quello di proteggere la cucciolata. PERCHÉ I LEONI UCCIDONO I PICCOLI? Siccome le prede presenti nel Gir National Park non sono particolarmente abbondanti, succede spesso che i leoni uccidano i cuccioli che non riconoscono come appartenenti alla propria coalizione primaria: un comportamento che non si verifica nei leoni africani, perché lì sono più numerose le mandrie di antilopi, gazzelle e altri animali da cacciare. Insomma, l'infanticidio risponde all'esigenza di garantire alla propria discendenza maggiori fonti di nutrimento. Con le parole del biologo Stotra Chakrabarti, coautore della ricerca pubblicata su Behavioral Ecology: "Accoppiandosi con leoni appartenenti a differenti coalizioni, le leonesse rendono confusa la paternità dei loro cuccioli e in questo modo fanno sì che vengano considerati figli di tutti i potenziali uccisori". La trovata ha funzionato. Ogni femmina monitorata ha partorito due volte nel corso dello studio e in tutti i casi il parto è stato preceduto da un accoppiamento con maschi di differenti origini: nessun cucciolo è stato attaccato dai membri di una delle coalizioni coinvolte nella strategia. Leggi anche: - I leoni della Namibia hanno imparato a mangiare foche - Hotel strani nel mondo, ora si può dormire in una patata gigante - Le ciclovie dei Navigli: i percorsi più belli sui canali di Milano
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