Lunedì 23 Dicembre 2024
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Nel nome di Leonardo. Il divo diventa Geniale

L'attore premio Oscar porterà il maestro al cinema

Leonardo di Caprio (Ansa)

Roma, 14 agosto 2017 - La sala della galleria fiorentina che custodisce le opere giovanili di Leonardo prima che si trasferisse a Milano, nel 1482, è la più visitata. Un vero pellegrinaggio, gente in estasi davanti ai capolavori giovanili come l’“Annunciazione” (1472 circa), dove le ali dell’angelo sono dipinte come fossero quelle di un vero uccello. O al cospetto dell’“Adorazione dei Magi” (1481), incompiuta e fresca di restauro, un invito a riflettere sull’intensità emotiva, sull’espressione dei sentimenti e sulla tecnica del maestro che fu pittore, ma anche ingegnere e scienziato.  È in quella Sala degli Uffizi, davanti a uno dei capolavori del maestro, che nel 1974 la mamma del non ancora nato DiCaprio avvertì il primo calcetto della creatura che portava in grembo. Un’emozione totalizzante che - stando ai suoi racconti e ai beneinformati di Hollywood - l’avrebbe spinta, una volta diventata madre, a chiamare quel bambino Leonardo. Proprio come il talento Universale del Rinascimento italiano che l’aveva fatto muovere.   Sarà stato un segno del destino, fatto sta che ora DiCaprio si troverà a vestire al cinema i panni del Leonardo ispiratore del suo nome: con un’offerta a sette cifre, quindi nell’ordine di qualche milione di dollari, la casa cinematografica Paramount si è aggiudicata infatti, prima che venisse pubblicato e sbaragliando la concorrente Universal, i diritti per trasformare in un film “Leonardo da Vinci”, il libro scritto da Walter Isaacson che uscirà in ottobre negli States per i tipi di Simon & Schuster. A interpretare il genio toscano, autore di opere iconiche come “L’Ultima Cena” e “Monna Lisa”, sarà Leonardo DiCaprio: lo svela rivista “Variety”, anticipando anche che che l’attore sarà tra i produttori del film, con la sua casa di produzione Appian Way, con Jennifer Davisson. Isaacson è un autore entrato più volte nella classifica del best seller del “New York Times” con le sue biografie su personaggi del calibro di Henry Kissinger, Steve Jobs e Benjamin Franklin. Recentemente, la biografia del 2007 “Einstein: la sua vita e l’universo” è stato adattata nel “Genius” del National Geographic, interpretato da Geoffrey Rush come Einstein, guadagnandosi una nomination agli Emmy.    Se per gli italiani entrati negli “anta” Leonardo da Vinci ha il volto intenso e scavato di Philippe Leroy, protagonista dello sceneggiato televisivo Rai, scritto e diretto nel 1971 da Renato Castellani, per i più giovani (correva l’anno 1984) veste il sorriso mite del compagno di scopa di Massimo Trosi nel capolavoro, diretto e interpretato con Roberto Benigni, “Non ci resta che piangere”. Il discorso è ben diverso oltre gli italici confini, mondi stregati dal fascino che il Maestro emana: prova ne sono le tre stagioni della serie televisiva britannico-statunitense “Da Vinci’s Demons” (2013-2015), versione molto romanzata che ha come protagonista Tom Riley, un giovane genio tenebroso e sexy. Ma soprattutto il fenomeno “Codice da Vinci”, secondo tomo della trilogia scritta da Dan Brown, best seller internazionale con oltre 80 milioni di copie vendute capace di catapultare il professore di simbologia Robert Langdon anche in testa alle classifiche dei film: la trasposizione cinematografica della romanzo, con Tom Hanks che indaga su “Gioconda” e “La Vergine delle Rocce”, è stata campione d’incassi nel 2006, con oltre 758 milioni di dollari.    Più volte DiCaprio ha portato sul grande schermo personaggi realmente esistiti: dall’Howard Hughes di “The Aviator” a J. Edgar Hoover. Attualmente è impegnato in un progetto ispirato al libro di Stephan Talty “La mano nera” su Joe Petrosino, l’eroico poliziotto italo-americano che venne ucciso dalla mafia ai primi del Novecento, realmente esistito. Come vere sono la vita e le opere di Leonardo da Vinci, autore del più enigmatico sorriso della storia, quello della Gioconda. E chissà che riportando in vita l’uomo il cui mito è andato oltre la sua realtà storica, tanto da divenire il simbolo stesso della genialità umana, DiCaprio riesca a conquistare un altro Oscar. Dopo il gelo di “The Revenant’’, il calore bruciante del Genio italiano.