Giovedì 21 Novembre 2024
BARBARA BERTI
Magazine

Leonardo da Vinci figlio di una schiava del Caucaso: "Arrivò in Italia su un barcone"

Il libro 'Il sorriso di Caterina' di Carlo Vecce per Giunti Editore svela la storia della madre del pittore

Disegno attribuito a Leonardo da Vinci

Disegno attribuito a Leonardo da Vinci

Firenze, 14 marzo 2023 – Leonardo Da Vinci, il grande genio del Rinascimento italiano, non era italiano. O meglio, lo era per metà. Leonardo è figlio naturale di un giovane notaio fiorentino, Piero, e di una donna chiamata Caterina. Fino a ora di lei si sapeva pochissimo se non che viene data in moglie a un oscuro contadino di Vinci, poco dopo la nascita di Leonardo. Ma grazie al lavoro di Carlo Vecce, ricercatore, studioso conosciuto e affermato della vita e dell’opera di Leonardo, si scopre adesso che Caterina era una schiava della Circassia, regione del Caucaso. Straniera dunque, era arriva in Italia con una nave, o come si direbbe oggi, a bordo di un barcone di fortuna.

Il documento finora sconosciuto che Vecce ha ritrovato nell’Archivio di Stato di Firenze è l’atto di liberazione della schiava Caterina da parte della sua padrona, monna Ginevra, che l’aveva ceduta in affitto come balia, due anni prima, a un cavaliere fiorentino. Il documento è autografo del notaio Piero da Vinci: il padre di Leonardo. Siamo in una vecchia casa fiorentina, alle spalle di Santa Maria del Fiore, all’inizio di novembre 1452: Leonardo ha solo sei mesi, e sicuramente è lì anche lui, tra le braccia della madre.

Partendo dal documento, Vecce ha scritto un libro dal titolo “Il sorriso di Caterina” (Giunti Editore) che è un affascinante romanzo-viaggio nel Rinascimento, attraverso popoli, paesi, culture. E’ la storia di Caterina, una ragazza selvaggia, nata libera, come il vento. Corre a cavallo sugli altopiani del Caucaso, ascolta le voci degli alberi, degli animali, degli dei e degli eroi. Il suo è un popolo al di fuori del tempo; la sua lingua, la più antica e incomprensibile del mondo. Poi, un giorno, improvvisamente, viene trascinata con violenza nella “storia”. Catturata alla Tana (l’attuale città di Azov in Russia, tristemente nota per le vicende di guerra), l’ultima colonia veneziana alla foce del Don, inizia un viaggio incredibile per il Mar Nero e il Mediterraneo. Vede le cupole d’oro di Costantinopoli alla vigilia della conquista turca, vede Venezia sorgere dalle acque come in un sogno, e infine Firenze nello splendore del Rinascimento.

Ma non è un viaggio di piacere. Caterina è una schiava, una cosa. La sua esistenza si intreccia ora con quella di pirati, soldati, prostitute, altre schiave come lei, avventurieri e mercanti, uomini e donne che l’hanno comprata, rivenduta, affittata. La sua storia è grande e liquida e mobile come il mare che lei ha attraversato. La storia di una ragazza a cui qualcuno ha rubato tutto, il corpo, i sogni, il futuro, ma lei è stata più forte, da sola ha percorso le strade del mondo senza avere paura, ha sofferto, ha lottato, ha amato, ha riconquistato la sua libertà, e la dignità di essere umano.

Uno dei figli che ha messo al mondo quando era ancora schiava, Caterina l’ha amato più della sua vita. E sa che lui l’ha amata allo stesso modo, anche se non ha mai potuto dirglielo, non ha mai potuto chiamarla mamma, e lei doveva fingere che non fosse suo figlio. La sua felicità è stata dargli tutto quello che aveva: il suo infinito amore per la vita, per le creature e per la libertà. Il nome di quel bambino, lo conosciamo tutti. Era Leonardo, “il genio”, pittore, scultore, ingegnere e scienziato. La storia di Caterina è una storia senza tempo, è attuale perché parla di una straniera al gradino più basso della scala sociale e umana, di una donna scesa da un barcone e venuta da chissà dove, senza voce né dignità. "Per questo bisogna raccontarla. Per Caterina. Per le sue sorelle che muoiono nel mare che lei ha varcato, e che soffrono intorno a noi" spiega l’autore.