Venerdì 20 Dicembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

L’elmo etrusco riscoperto: iscrizione decifrata 90 anni dopo

Al Museo di Villa Giulia spuntano due parole incise dal soldato

L’elmo del IV secolo avanti Cristo

Forgiato nel bronzo a Perugia, poco prima della metà del IV secolo a.C. per un soldato locale, forse un mercenario. Per poi arrivare chissà come a Vulci, dove qualche anno più tardi divenne il vanto di un secondo guerriero, così orgoglioso di quel suo copricapo militare da portarselo nella tomba insieme a tutto il suo ricco corredo. A novant’anni dal ritrovamento, un’iscrizione appena interpretata apre uno squarcio di grande suggestione su un frammento di vita di 2400 anni fa.

"Una storia rimasta nascosta sotto gli occhi di tutti", spiega l’etruscologo Valentino Nizzo, direttore del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Perché il magico e anche il paradosso di questa scoperta, è che sia avvenuta proprio all’interno del museo, dove l’elmo era esposto in vetrina già dal 1935. Solo che nessuno aveva notato quanto era stato inciso al suo interno, un particolare che rende questo reperto estremamente importante e raro, visto che in tutto il mondo – se si eccettua un deposito rituale di 150 elmi rinvenuto a Vetulonia all’inizio del ‘900 con almeno 60 esemplari tutti contraddistinti dal medesimo nome gentilizio – sono circa una decina le armi di questo tipo documentate in ambito etrusco e italico tra il VI e il III secolo a.C. Resta un mistero perché l’iscrizione – "harn ste" – all’interno del paranuca non sia mai stata studiata. "Chissà, forse non si vedeva – ragiona Nizzo – Quando l’elmo è stato recuperato nella necropoli dell’Osteria di Vulci il bronzo doveva essere incrostato di terra e ossidato".