Venerdì 18 Ottobre 2024

L’eleganza della musica

Mariella Nava e il sodalizio con Renato Zero "L’incontro più importante della mia carriera. È importante dare valore alla raffinatezza". .

L’eleganza della musica

Mariella Nava, seconda a Sanremo ’91, insieme a Renato Zero con il brano ’Spalle al muro’

Quelle ’spalle al muro’ rivelarono definitivamente nel 1991 la bravura di Mariella Nava, che però prima di quel Sanremo si era già fatta conoscere grazie alla collaborazione con Gianni Morandi e al Premio Tenco. Ma fu proprio il sodalizio con Renato Zero a dare impulso a una carriera che da oltre trent’anni vede l’artista tarantina protagonista della nostra musica d’autore.

Mariella, la musica come veicolo sociale in questo spettacolo che continuate a portare in giro, lei e Daniela Poggi, dal titolo ’Figlio, non sei più giglio’ prodotto dalla Bottega dell’attrice savonese: di che cosa si tratta?

"Lo abbiamo definito un melologo, un monologo in cui sono inserite canzoni che si abbinano alle riflessioni della mamma di un femminicida, appunto Daniela, che passa in rassegna la sua vita di madre cercando di capire quale possa essere stato l’anello mancante nella crescita del figlio che lo ha portato a compiere un gesto così tragico".

Quali riflessioni vengono fuori e quale la sua posizione su una realtà così drammatica?

"Indaghiamo proprio gli interrogativi e le domande che si fa questa mamma. Anche il tema del perdono è importante: riuscirà mai a farlo o si sentirà colpevole di avere messo al mondo un mostro e di avere fallito nel suo processo educativo. Già sollevare queste domande può essere un modo preventivo per affrontare il tema della violenza".

Come reagisce il pubblico e, soprattutto, come reagiscono le madri?

"Tante vengono in camerino per farci i complimenti e dirci di avere riempito di tante cose, di emozioni e consapevolezza, questo tempo e di avere capito il loro ruolo; e che non vedono l’ora di tornare a casa per abbracciare e comunicare con i loro figli a briglia sciolte e con nuove dinamiche".

Che cosa può salvare il mondo dalla violenza?

"Bisogna tornare al proprio intimo, alla profondità del pensiero".

L’arte in questo può dare una mano?

"Se l’arte è aiutata dal governo nel suo riappropriarsi del percorso educativo sì, ma purtroppo gli esempi non sono sempre felici".

La musica, ad esempio, come sta?

"La musica, veicolata in modo terribile, ci ha portato nel Bronx. Invece dovrebbe recuperare il rispetto e il valore della vita, rimisurare tutti i rapporti, valorizzare l’eleganza e la raffinatezza, il senso estetico della vita a cui l’arte ha sempre guardato. Il fuoco di ogni artista dovrebbe essere ricercare il bello".

Mariella lo sta facendo?

"Tento di migliorare sempre la mia scrittura senza contaminarmi dall’andamento attuale della musica. Cerco di essere sempre me stessa evolvendomi per unire ritmo e parola, rimanendo però molto fedele alla ricerca armonica. E continuando a scrivere brani nuovi cercando di individuare il momento migliore per uscire, anche se non esiste più un termine temporale, il mercato è cambiato completamente".

A Sanremo pensa mai?

"Sì, con il brano giusto".

Qual è stato l’incontro più importante nella sua vita artistica?

"Fortunatamente tanti, ma certo Renato Zero è stato determinante. Ma anche Morandi, Dionne Warwick, Lucio Dalla sono stati importanti".

E quello mancato?

"Mia Martini, anche se poi il nostro incontro è stato postumo e bellissimo. Le avevo inviato un brano che si intitola ‘Le altre’, ma non ne avevo saputo più nulla. Ma dopo la tragedia della morte ho saputo dal suo produttore, Maurizio Piccoli, che aveva cantato il brano ma era rimasto fuori dall’album e sarebbe stato recuperato nel disco successivo che purtroppo non venne fatto. Ma in seguito è stato ritrovato un nastro registrato durante un live in cui Mia aveva cantato la canzone che è così apparsa come inedito in un album. E così si è recuperato un rapporto che pensavo di non poter più avere".