Martedì 12 Novembre 2024
COSTANZA CHIRDO
Magazine

Parthenope, il film di Sorrentino visto dai ventenni. "Lei è vuota: proiezione di uno sguardo maschile"

Tutti lo vedono, molti si dividono. Resta il fatto che torna il dibattito sul cinema d’autore: e lo creano i ragazzi

"Lei è vuota: proiezione di uno sguardo maschile"

Il film "Parthenope" di Sorrentino divide il pubblico tra mistero e truffa

Roma, 12 novembre 2024 – "Hai visto Parthenope?". Se la risposta è si, è molto probabile che ne scaturirà un dibattito, proprio sulla base di una domanda che viene posta nello stesso film: Parthenope è un mistero o una truffa? L’ondata di successo dell’ultimo film di Sorrentino, che ha travolto specialmente i giovani, sembra spaccare il pubblico a metà. Io, 25 anni, sono arrivata in sala carica di aspettative, ma ne sono uscita con un frustrante senso di vuoto. Parto dal presupposto che lo stile del regista, così sfarzoso, così esteticamente perfetto, mi è sempre rimasto un po’ indigesto. E forse il mio problema con Parthenope parte proprio da questo: la fotografia perfetta, le sequenze di immagini così precise a livello estetico, le battute di dialogo sovraccariche di significato, di emotività, di parole forti in quasi ogni scambio tra i personaggi. Ogni scena mi sembra fine a sé stessa, e nel complesso tutto è troppo surreale per essere vero. Se dovessi spiegare di cosa parla il film, potrei dire che parla di Napoli, di Parthenope, di quello che succede nella sua vita, perché in quei 136 minuti succede tanto. Ma non riuscirei ad andare più a fondo, perché per me il film si è fermato a questo. Ho visto una protagonista femminile, la prima nella storia cinematografica di Sorrentino, che ho trovato meno interessante di qualsiasi altro personaggio maschile con cui interagisce. L’ho vista nascere, crescere, subire un lutto, laurearsi, abortire, diventare docente universitaria come se niente di ciò avesse un peso su di lei, come se niente la toccasse davvero.

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Soprattutto, ho visto funzionare il personaggio quasi esclusivamente in relazione agli altri personaggi, la maggior parte uomini, e quasi sempre attorno a un unico fattore: il fatto che è bellissima, intelligente, che tutti la desiderano e che la sua bellezza, per questo, è pericolosa. Il distacco con cui lei sembra viversi tutto, unito alla costante ricerca della perfezione a livello stilistico del film, mi ha impedito di sentire veramente qualcosa guardandolo, creando in me quello stesso distacco. E così per me Parthenope è stato un film di cui non avevo bisogno, basato su un personaggio femminile che ho trovato, purtroppo, vuoto e troppo idealizzato: la proiezione di una donna guardata da un uomo con superficialità.