Papini
"Non voglio più essere classificato solo come disegnatore erotico, ho fatto altro. A 78 anni dopo oltre 50 anni di carriera questa mia “casella“ mi sta stretta". Milo Manara, maestro assoluto del fumetto, comincia così l’affollato incontro con il pubblico di Lucca Comics & Games in dialogo con Agnese Pini, direttrice del gruppo Qn - La Nazione - Il Giorno - il Resto del Carlino, media partner dell’evento. E, in effetti, solo per fare un esempio, Manara è reduce dal successso del Così fan tutte di Mozart andata in scena a Jesi con le sue scenografie e i costumi da lui disegnati. Poi, però, l’incontro con gli appassionati finisce per essere (quasi) tutto sull’erotismo, anche perché lo stesso Manara ammette: "Ho fatto poco negli anni per non farmi “incasellare“ come autore erotico".
D’altronde, da qui in poi c’è un inno alla sacralità e alla bellezza del nudo femminile. "Per me l’erotismo è interessante dal punto di vista estetico. Ho sempre una venerazione estetica per il corpo della donna. Distinguo sempre tra sesso ed erotismo, o tra pornografia ed erotismo. Perché l’erotismo è l’elaborazione culturale del sesso, la pornografia è semplice esposizione del sesso. L’erotismo va al di là del nudo o dell’atto sessuale. Raramente o forse mai ho disegnato un rapporto sessuale".
Secondo Manara "il nudo maschile è più povero come estetica e dal punto di vista simbolico. Il nudo femminile è molto più potente. È un corpo creatore di vita. Ha una sacralità che va rispettata, sono contro la mercificazione e la banalizzazione del corpo delle donne". Manara cita un passo del Cantico dei Cantici contenuto nel libro Il nome della rosa di Eco: "A un certo punto appare una ragazza che si spoglia davanti al giovane Adso e lui resta folgorato dall’incontro con la ragazza nuda e si chiede chi sia quella ragazza bella come la luna, terribile come un esercito schierato in battaglia. Ecco il nudo femminile crea un turbamento per la sua “terribilità“, un turbamento positivo, ovviamente, che non è accettato dalla cultura maschile". Certo, rispetto al suo inizio come fumettista alla fine degli anni ’60, molte cose sono cambiate: "L’erotismo era una forma di libertà, di ribellione, aveva un che di libertario, erano gli anni dei Beatles e dei Rolling Stones, dei cambiamenti nella moda e nella società, del movimento femminista, del ruolo da protagonisti rivendicato dai giovani". Un quadro inevitabilmente cambiato dopo mezzo secolo. "Quello spirito di ribellione e di libertà non c’è più. Ora bisogna stare attenti a non urtare molte sensibilità e magari questo non è del tutto negativo. Per esempio, mi ha sempre dato fastidio in certi film il dileggio degli omosessuali. Però, nelle nostre società multietniche, la libertà sta subendo una compressione. Penso ai disegnatori di Charlie Hebdo, ero molto amico di uno di loro, Georges Wolinski. Ecco, lì c’è stata una censura col mitra".
Già, la censura. "Non credo nella censura in nessuna forma quando si tratta di storie di fantasia, come nei fumetti, che non coinvolgono persone reali. Non mi piace l’idea che ci sia qualcuno che decide per me cosa posso leggere oppure no. Non censurerei mai Nabokov per Lolita". Una censura che ha colpito anche lui: "La Marvel mi commissionò delle copertine “variant“ con le loro eroine, ma quando feci la Donna Ragno successe il finimondo, anche se in realtà avevo preso spunto da una posa dell’Uomo Ragno, ovviamente cambiando l’anatomia del personaggio e disegnando un sedere trionfante. Lo coprirono con il titolo e non mi commissionarono più copertine".
Manara (che presenta a Lucca Camera Light, un omaggio alle dive del cinema) non si sottrae al tema “caldo“ di questa edizione, la questione del patrocinio dell’ambasciata di Israele e il conseguente forfait di Zerocalcare e Fumettibrutti. "Ogni artista deve comportarsi come si sente. Io non mi sento la statura morale per giudicare Israele. Quello che è successo dal 1948 in poi è conseguenza dei massacri e delle persecuzioni subite dagli ebrei in Europa. Per questo come italiano ed europeo non mi sento di giudicare Israele. Poi, come tutti, spero che cessino i combattimenti, le atrocità e che si aprano corridoi umanitari. Bisogna riscoprire la bellezza che è l’esatto contrario della violenza e dell’istinto di uccidere".