Sanremo, 11 febbraio 2025 – Sedici gradini di terrore. Cambia il designer, cambia il design, e il palco dell’Ariston diventa una Techno Hall dalle balconate simili quelle del Big Band Tour dei Rolling Stones, ma l’insidia più grossa della scenografia del Festival di Sanremo rimangono le scale. Ne sa qualcosa Francesca Michielin, costretta ieri a condurre in porto con passo da Capitano Achab e grinta invidiabile una prova generale arsa dal desiderio di non darla vinta alla malasorte. Stando alla scaletta della prova generale di ieri, infatti, l’interprete di Fango in paradiso sarà la penultima ad esibirsi nella serata inaugurale di Festival. Dopo di lei, i The Kolors con una Tu con chi fai l’amore tutta da ballare, messa provvidenzialmente da Carlo Conti a fine gara ben sapendo che sarà quasi l’una del mattino. La Michielin, comunque, non è la sola sulla lista degli infortunati, visto che ieri pure Kekko dei Modà è caduto nel backstage e ha cantato tenendosi la mano sulla costola.
![Giorgia al Festival di Sanremo 2025](https://www.quotidiano.net/image-service/view/acePublic/alias/contentid/OTY4YWU0M2ItZjk3Ny00/1/giorgia-al-festival-di-sanremo-2025.webp?f=16%3A9&q=1&w=1280)
Sempre in base alla generale, ad aprire la gara di questa 75ª edizione sarà una Gaia con spacco attorniata da quattro ballerini in abiti color fango. Rispetto all’impressione riportata ai preascolti di venti giorni fa, il palcoscenico cambia alcune carte in tavola. Noemi, avvolta in un abito nero da sirena, è migliore della canzone che canta (con tutto il rispetto per la coppia Blanco-Mahmood autori assieme a Michelangelo, presente all’Ariston pure nei panni di direttore d’orchestra) e così Rose Villain o quel Fedez che, rispetto al file ascoltato a suo tempo, riduce addirittura l’(ab)uso di autotune.
Pure Brunori convince più dal vivo che su disco, così come Francesco Gabbani e Massimo Ranieri nonostante qualche sbavatura vocale. Sempre col pensiero agli ascolti, delusione Irama (te lo raccomando quel cappottone circense con spalline, cordone e alamari dorati), Joan Thiele, pregiudicata da una dizione a tratti incomprensibile accompagnata da una chitarrina poco più che decorativa.
A Clara mancano un po’ di esperienza e di personalità, mentre Serena Brancale va in scena fasciata da un abito eccessivo come l’arrangiamento della sua Anema e core affiancata da Dropkick alle percussioni e dalla (ben più sobria) sorella Nicole alla direzione d’orchestra. Marcella diverte senza sorprendere, così come Rocco Hunt e Bresh. Rkomi missing, Tony Effe pure nonostante la tanto strombazzata svolta
alla Califan o, lasciando nell’aria la domanda se fosse davvero necessario allargare pure quest’anno il parco dei partecipanti da 24 a 30. Anzi a 29, visto il ritiro di Emis Killa (anche se ieri ci ha pensato Gerry Scotti a fare il 30° artista con una dilaniata, più che dylaniana, cover di Knockin’ on heaven’s door). I pezzi da novanta individuati alla vigilia si confermano tutti, a cominciare da Giorgia, che esegue in maniera impeccabile la sua La cura per me, Simone Cristicchi, commovente fino alle lacrime in Quando sarai piccola, Achille Lauro con Incoscienti giovani. Potrebbe essere la volta sua.Vocalmente intensa la prova di Sarah Toscano, con applausi a scena aperta. Per Olly, piglio da performer navigato. Festa grande con La parola mia di Shablo, alla consolle, e Guè, Tormento, Joshua al microfono. Carte coperte, o quasi, ieri per Elodie che gioca con le sue doti d’interprete e sulle pruderie di quel corpo carezzato con tocco vellutato. Con lei, a dirigere l’orchestra, Davide Rossi (Coldplay, Depeche Mode e tanti altri) uno dei più richiesti di questa edizione, vista la presenza pure al fianco di Lauro, Villain e quel Lucio Corsi dal look bowiano con chitarra, stivali ed esagerate spalline della camicia ricoperte di strass. Abili i Coma_Cose, con una Cuoricini tormentone già da domani mattina.