di Andrea Spinelli
La notizia del terzo disco di platino incassato da Due vite Marco Mengoni l’ha avuta ieri proprio mentre raccontava, in videocollegamento da Liverpool, questa sua seconda esperienza davanti alle telecamere dell’Eurovision Song Contest. L’idolo di Ronciglione non butterà via di sicuro l’occasione, come fatto un anno fa dalla coppia Blanco-Mahmood arrivata davanti alle telecamere dell’eurovisione senza la forza necessaria per incidere sui destini della gara, a causa degli impegni di tournée protratti fino all’immediata vigilia della kermesse, ma sa che sarà comunque dura. Basta dare un’occhiata alle quotazioni di bookmakers per vedere strafavorito anche in questa edizione il temuto blocco scandinavo, con la svedese Loreen (già vincitrice nel 2012) quotata dai listini Sisal ad 1.75 davanti al finlandese Käärijä a 3, e alla norvegese (di Pietra Ligure) Alessandra Watle Mele a 9. Marco al momento è quotato a 20, ma dice di non farne una questione di classifica. Nel 2013, con L’essenziale, arrivò settimo. Stavolta potrebbe andare meglio, ma l’esito della finalissima di sabato è un enigma avvolto in un mistero.
Mengoni, in queste ore un po’ d’ansia si fa sentire?
"Ma no. Mi sto divertendo più di dieci anni fa. Vivo l’avventura con meno pressione perché conoscere la macchina significa gestire meglio l’emotività e godersi di più la performance. E poi faccio uno dei mestieri più belli del mondo, perché mai dovrei avere l’ansia?"
Dopo la vittoria della Kalush Orchestra a Torino, questa edizione dell’Eurovision avrebbe dovuto svolgersi in Ucraina.
"Mi sarebbe piaciuto andare a Kiev, perché avrebbe voluto dire che la guerra era finita. Ma la musica è amore ed essere uniti qui a Liverpool significa comunque mandare un messaggio di pace. Un messaggio da gridare con tutta la voce che abbiamo".
Causa Eurovision non potrà intervenire domani sera alla cerimonia di consegna dei David di Donatello, dov’è candidato per Caro amore lontanissimo, postumo di Sergio Endrigo inserito da Francesca Archibugi nella colonna sonora de Il colibrì.
"Mi spiace mortalmente non esserci, soprattutto con una canzone e un film così importanti, ma, purtroppo, non ho ancora un clone che consenta di sdoppiarmi”.
Una doppia identità, però, l’avrà sul palco della Liverpool Arena grazie alla presenza in scena di un acrobata sul suo tappeto elastico.
"Era molto difficile mettere in scena il senso di Due vite, di questa relazione tra conscio e inconscio, tra sogno e realtà, così ho pensato di coinvolgere un grande performer come il francese Yoann Bourgeois, che ha lavorato nei video di gente come Harry Styles, Coldplay, Serena Gomez, P!nk, Missy Elliot".
Oltre al nuovo album Materia (Prisma), in uscita il 26 maggio, e ai concerti estivi negli stadi, sta preparando anche un giro di concerti europeo molto ambizioso. Ci saranno il Forest National di Bruxelles e l’Olimpiahalle di Monaco...
"Canterò in posti grandi, che finora non avevo mai affrontato. Mi eccita molto, per esempio, l’idea di esibirmi allo Zenith di Parigi, dove sono passati miei miti come Ben L’Oncle Soul che ci ha registrato pure un bel disco dal vivo".
Stasera e giovedì, intanto, l’Eurovision irrompe su Raidue con le sue semifinali, da cui l’Italia è esclusa in quanto ammessa di diritto (con Regno Unito, Francia, Spagna, Germania, ovvero i paesi più peso commerciale sugli ascolti, e la vincitrice della passata edizione Ucraina) alla finalissima di sabato su Raiuno.