Giovedì 26 Settembre 2024
MATTEO MASSI
Magazine

L’autografo di Hendrix e la canzone ritrovata

La strana storia dell’originale di “51st Anniversary“: un foglio di quaderno tagliato a metà per due giovani fan e ricomposto 55 anni dopo

Migration

di Matteo Massi

Cinque mesi prima era arrivato a Londra. Bagaglio minimo, ma essenziale: una valigia di vestiti, il farmaco per l’acne, i bigodini e la sua chitarra, una Fender Stratocaster. Si era fatto prestare 40 dollari per comprare il biglietto aereo. Scommetteva sul suo futuro.

Il 20 febbraio 1967 – a tre giorni dall’uscita di Purple Haze – Jimi Hendrix salì sul palco del Bath Pavilion. Quella sera non doveva essere lui a suonare. Ma Chuck Berry che per un’indisposizione rinunciò. Non è dato a sapersi se il Bath Pavilion, avesse le porte scorrevoli, le famose sliding doors. Sta di fatto che si ficcò dentro quella notte e nulla fu più come prima. Per lui, ma anche per due ragazze che quella sera erano al concerto. Hendrix stava bruciando le tappe (non ancora le chitarre, quello sarebbe successo dopo). Sfidò il boom del blues britannico e nel giro di un paio di mesi lo chiamavano a suonare da qualsiasi parte. Anche a sostituire un mostro sacro come Chuck Berry.

Le due amiche, 15 e 16 anni, aspettarono la fine del concerto e poi entrarono nei camerini. Volevano l’autografo di Hendrix. Lui strappò un foglio da un quaderno e lo spezzò in due parti, quasi simmetriche. E firmò i due autografi. Tornando a casa, le ragazze si accorsero che quei due fogli strappati e messi insieme contenevano il testo di una canzone. Non ci si poteva sbagliare. A contrappuntare il testo di 51st Anniversary c’era scritto “tonalità di Si maggiore“. E 51st Anniversary era la canzone che sarebbe finita nel lato B di Purple Haze.

Per Purple Haze Hendrix si era fatto ispirare da Night of light, un romanzo di un anno prima (1966) scritto da Philip José Farmer: la storia era ambientata su un pianeta lontano e le macchie solari producevano proprio una foschia violacea (purple haze) che disorientava gli abitanti.

Niente di lisergico, anche se era lo stesso anno di Lucy in the Sky with Diamond, l’acronimo del Lsd che Hendrix non aveva ancora provato, l’avrebbe fatto (qualche mese dopo) al festival di Monterrey, quando Londra era già alle spalle.

Di Purple haze si sa praticamente tutto, meno di 51st Anniversary che però come ogni lato B che si rispetti, più passa il tempo, più si diventa vecchi e più acquista fascino.

C’è chi in quella stagione londinese ebbe la fortuna di godersi un concerto tutto per sé. Come Marianne Faithfull che era compagna e musa ispiratrice di Mick Jagger che raccontò una volta: "Ero al suo primo show e fece tutto il concerto per me. Poi lo incontrai altre volte a Londra e si presentò da me, sempre in modo spudorato. Ma non potevo fare nulla, perché all’epoca stavo con Mick. Ma è il mio più grande rimpianto, sarei fuggita con Jimi".

Non esistono tanti manoscritti di Hendrix, anzi è roba rara. Roba che farebbe fare follie a collezionisti. Cinquantacinque anni dopo, quel leggendario 1967 da cui scaturirà Are you experienced, le due metà di quel manoscritto si sono riunite. Le strade delle due amiche di allora nel frattempo si erano separate. Ma ecco di nuovo le porte girevoli di questa storia. Entrambe, a ogni trasloco della loro vita, si erano portate dietro quell’autografo e quella pagina di quaderno spezzata che certificava l’incontro con il loro idolo.

Poi un anno fa, una delle due amiche, contatta un negozio di cimeli del rock nel Lancashire. Il negozio – che sembra uscito da un libro di Nick Hornby – si chiama Tracks Limited, fa una valutazione degli autografi e trova quello di Hendrix e una parte del manoscritto. Si mette alla caccia dell’altra metà e, ovviamente, dell’altra amica che la detiene. E la rintraccia. Le amiche ritrovate, il manoscritto pure che così va all’asta. Fine della poesia e inizio della prosa, anche perché tutto questo accade proprio quando entra nel vivo la battaglia legale tra gli eredi di Hendrix e gli eredi di Noel Redding e Mitch Mitchell, gli altri membri della Jimi Hendrix Experience. Balla qualche milione di royalties derivate dal catalogo delle canzoni in streaming.

Come è lontano quell’autunno del 1967 in cui il mito di Hendrix cominciò a fiorire. Partendo proprio da quei 40 dollari con cui andò alla conquista dell’Inghilterra.