Sabato 27 Luglio 2024
LUCA SCARLINI
Magazine

L’arte rivoluzionata dall’Espressionismo

Da Kandinskij a Klee, Marc e Werefkin: ad Ascona, in Svizzera, una mostra sul movimento che diede una scossa all’Europa .

L’arte rivoluzionata dall’Espressionismo

L’arte rivoluzionata dall’Espressionismo

Werner Coninx (1911-1980), figlio di un importante editore di giornali svizzero legato per amicizia allo scrittore Max Frisch (1901-1991), lo finanziò per un certo tempo, quando decise di dedicarsi a studi di architettura. Di lui Frisch scrive nel magnifico romanzo Montauk (1975, ora in italiano per l’editore Mondadori), in cui compare con il nome di W, narrando di come lo aveva aiutato a disfarsi di "autentiche croste in cornici pesanti" che adornavano la casa di famiglia, per fare posto a nuove opere.

Il magnate iniziò presto una compulsiva collezione di opere appartenenti a diversi ambiti e percorsi geografici, con numerose presenze anche da ambiti extraeuropei. Il suo profilo rimane comunque misterioso, esattamente come lo disegna Frisch, con segreti, pochissimi amici e una ragazza che tiene nascosta a tutti. Poco si sa quindi di lui, delle sue predilezioni, che si deducono dalle sue raccolte.

A Zurigo il Coninx Museum è stato collocato nella dimora del magnate, a Höttingen, ma la struttura, chiusa nel 2011, dopo circa un trentennio di apertura, dotata di una raccolta vastissima, collabora con numerosi musei della Confederazione elvetica. Al Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona (dove si trova anche il Castello di San Materno che ospita la collezione di artisti tedeschi, con una favolosa selezione di Emil Nolde, dalla collezione di Kurt e Barbara Alten) approda ora una vasta selezione degli Espressionisti, dei raggruppamenti del Blaue Reiter e della Neue Künstlervereinigung München.

L’esposizione – Kandinsky, Klee, Marc, Münter... e altri, in corso fino al 2 giugno nella cittadina che si affaccia sul Lago Maggiore – si fonda su un prestito permanente di un nucleo di 189 opere (grafiche, disegni e pitture) a cura di Mara Folini Ceccarelli, Michela Zucconi-Poncini e Ursina Fasani, e propone artisti, che spesso sono già presenti nelle collezioni del Museo asconese, che ha una tra l’altro una strepitosa selezione delle opere di Marianne Werefkin, connessa alle vicende del Monte Verità, la comunità di artisti, eccentrici e “riformatori“ che si insediò sulle colline di Ascona.

Tra i lavori esposti spiccano nomi meno noti, come Conrad Felixmüller, con ABC, un alfabeto di immagini mosso e scosso (1925), con versi scritti dall’autore insieme alla moglie Londa. Le coloratissime tavole hanno una dimensione quasi pop, con una serie di incisioni strutturate come fumetti. Simili sono anche le visioni della Bibbia di Richard Seewald (1889-1976), in cui è in evidenza nella mostra di Ascona un notevole Sodoma e Gomorra.

Vasilij Kandinskij (1866-1944) compare con opere come Arciere (datato 1908-1909) e Composizione di triangoli (del 1930). Paul Klee (1879-1940) spicca con lavori degli anni Dieci. August Macke (1887-1914) incarna la volontà di una rigenerazione del mondo per tramite di un recupero della natura, in una serie di nudi di fortissimo impatto. Franz Marc (1880-1916) va nella stessa direzione con un Toro e con una sequenza di Animali mitologici, una tigre e un capriolo: insomma tutti elementi che vanno verso la temperie della incisiva Leggenda degli animali, strepitosa incisione del 1913. Marianne Werefkin (1860-1938) è presente con quattro opere, in cui è centrale Die Grube (La miniera, 1926).

Nell’insieme, si tratta quindi di un’occasione preziosa per vedere un territorio espressivo che ha rivoluzionato le vicende dell’arte e che in Svizzera è ampiamente rappresentato nelle collezioni pubbliche.