Venerdì 22 Novembre 2024
BENEDETTA CUCCI
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L’arte oltre la musica: Carboni si mette in mostra

‘Rio Ari O’: a Bologna il cantautore rivela il suo volto inedito di pittore. Celebrando anche i quarant’anni dall’uscita del primo disco

L’arte oltre la musica: Carboni si mette in mostra

Luca Carboni, 62 anni, ieri a Bologna tra le sue opere alla. mostra Rio Ari O

Bologna, 22 novembre 2024 – ‘Rio Ari O. Luca Carboni 40 anni tra musica e arte’ è la mostra di quadri, disegni, progetti, schizzi e musica curata da Luca Beatrice e prodotta da Elastica, che raccontano il volto inedito di Luca Carboni, 62 anni, in occasione dell’anniversario dell’uscita del primo disco ...intanto Dustin Hoffman non sbaglia un film del 1984, grazie al quale il cantautore bolognese scoprì il mondo dell’immagine. Quarant’anni dopo arriva la voglia di uscire allo scoperto con la sua produzione pittorica che corre parallela alla musica, il suo primo amore cui ritornerà presto, dopo due anni di sospensione a causa della malattia oggi risolta.

Luca Carboni, perché la mostra si intitola Rio Ari O, ritornello di Ci stiamo sbagliando?

"Qual è la prima cosa che la gente ha sentito di me, appena ha messo la puntina del giradischi sul disco, prima ancora di ascoltare che pronuncio ci stiamo sbagliando ragazzi? È proprio Rio Ari O, una frase nata per gioco in studio con Lucio Dalla".

Come iniziò la sua passione per il mondo dell’immagine che la portò alla pittura?

"Quando dovemmo realizzare la copertina del mio primo album, partì tutta la scoperta di un mondo che non conoscevo così profondamente, quello dell’immagine che non volevo fosse delegata ad altri che interpretavano me stesso. C’era da fare il servizio fotografico, bisognava scegliere la copertina, i colori, il lettering, tutto è cambiato. Inoltre c’era l’idea di fare dei video e io cominciai a disegnare la storia di Ci stiamo sbagliando esattamente come più o meno è, coi Gemelli Ruggeri che lanciavano la moneta nel juke box, le prime cinque pagine di storyboard sono anche esposte in mostra. All’inizio ci sarebbe piaciuto avere Pupi Avati come regista, ma non essendo disponibile fu Ambrogio Lo Giudice a girare il videoclip. Da lì è scattato un meccanismo per cui ho cominciato sempre a disegnare, anche mentre scrivevo un disco, aspettando l’ispirazione".

Com’era quella Bologna anni Ottanta?

"Era un momento molto stimolante di Bologna, c’erano tante band e soprattutto molta contaminazione, ci si incontrava, si andava negli stessi posti. Perché la Trattoria da Vito non raccoglieva solo Dalla, Guccini o altri musicisti, arrivavano anche Bonvi e i fumettisti, arrivavano gli attori come i Gemelli Ruggeri. Ci si andava a vedere a vicenda".

Bologna è sempre stata la sua ispirazione per la musica. Anche per la pittura?

"Osservare Bologna da un certo punto di vista e avere davanti questa realtà, questa fotografia metafisica, è stato importante. Quando scrivevo i testi e i dischi, la notte giravo per Bologna in macchina, allora si poteva, ascoltando i provini con i musicisti, con Lucio Dalla. C’era questa immagine dei portici illuminati e ogni via del centro era un quadro metafisico. C’era questa luce, questo silenzio… e quando sono arrivato alla pittura, l’idea della luce dei portici come forme da trasformare metaforicamente in persone, ha portato alla nascita di questo gioco metafisico".

L’incontro con Luigi Ghirri ha portato alla cover di Persone silenziose. Come lo ricorda?

"Nel 1989 ci mettemmo a realizzare la copertina del disco con la sua visione, facemmo tante foto, scatti molto belli che però per noi non rappresentavano il disco. Un giorno, guardando i miei bloc-notes coi testi delle canzoni che a fianco avevano dei disegnini fatti con la penna biro, abbiamo pensato di fotocopiarli e abbiamo cominciato a ritagliarli per creare una moltitudine di persone silenziose. Lui fotografò i disegnini e sua moglie Paola Borgonzoni fece la grafica. Ho sempre conservato la grande carpetta con le fotocopie e i ritagli e l’ho aperta per la mostra".

Quando la rivedremo sul palco?

"Due anni fa avevo interrotto un disco cui stavo lavorando e adesso lo finirò, non so ancora quando ma il progetto di terminarlo c’è. Dopo due anni di meditazione ci sono un po’ di cambiamenti e cose da finire, idee nuove. Avevo dato la precedenza alla mostra, per celebrare l’anniversario, ma tornerò alla musica".