Cara Caterina,
sono una mamma di una bambina di 9 anni, in attesa del mio secondo figlio, che arriverà tra poche settimane. Tempo fa ho letto un'intervista in cui dichiaravi di non sentirti più in colpa se non riuscivi ad andare prendere i tuoi figli a scuola. Questo mi ha dato il coraggio di scriverti, perché mi ritrovo in un momento di grande incertezza.
A giugno ho finalmente ricevuto una promozione lavorativa che aspettavo da tantissimo tempo, che mi richiederà frequenti viaggi e assenze anche lunghe da casa. Ora però mi trovo davanti a un bivio importante: accetto questa opportunità per realizzarmi professionalmente oppure rinuncio per essere più presente a casa in questo periodo così delicato della mia vita e della mia famiglia?
L’indecisione mi travolge e mi fa sentire divisa tra queste due strade. In un momento così cruciale per la mia vita, mi chiedo come tu abbia trovato l’equilibrio tra carriera e famiglia. Come hai affrontato tu scelte simili senza sentirti sopraffatta dai sensi di colpa? Quali consigli daresti a una mamma in una situazione come la mia? Grazie per il tuo aiuto e per essere un esempio positivo per tante donne come me.
Giulia
Cara Giulia,
innanzitutto augurissimi per l’arrivo del tuo secondo figlio! Ogni nascita porta con sé una ventata di novità, insieme a una buona dose di scompiglio in casa. È ormai "testato scientificamente" che diventare mamma per la seconda volta rende tutto più complesso, sia per la coppia che per la gestione familiare. Immagino che tu possa pensare: "Allora vado in maternità!". Ecco, se la maternità non ti preclude la possibilità di ottenere questa promozione, allora si! Ma se questo dovesse creare una battuta d’arresto significativa nella tua carriera, forse varrebbe la pena riflettere attentamente.
Investire il tempo tra il lavoro e la tua nuova creatura potrebbe essere una soluzione più equilibrata, tenendo presente che una mamma realizzata professionalmente sarà probabilmente più serena rispetto a una che si trova a convivere con rimpianti. Senza dubbio sarà difficile, avrai momenti di sconforto, ti sentirai giudicata e i sensi di colpa ti divoreranno ma ricordati "stai solo lavorando", e in questo modo sarai un esempio per i tuoi figli. Certo, i bambini hanno bisogno di attenzione, cure, presenza, ma anche di amore autentico, quello che solo una mamma soddisfatta e serena può dare, senza cadere preda di nervosismi.
Anche io, a volte, mi sono chiesta se non sarebbe stato meglio prendersi più tempo per stare con i miei figli. La risposta, in linea di principio, è sì. Ma subito dopo mi sono posta un'altra domanda: "Quando cresceranno? Quando inizieranno ad avere i loro primi amici, le loro prime attività extra scolastiche, e io avrò un po' più di libertà, potrò riprendere la mia carriera da dove l’ho lasciata?".
Ecco nel mio caso era impossibile e non mi sembrava neanche giusto lasciare tutto quello che avevo costruito faticosamente, senza che nessuno mi regalasse nulla.
I miei figli ora hanno 12 e 7 anni. A parte la meravigliosa tata che mi supporta quotidianamente, ho avuto un grande aiuto sia dai miei genitori che da mia sorella Sarah, che all’epoca viveva a Milano e che spesso portava il suo primo nipote al cinema o al parco. È importante creare una rete di supporto, ma soprattutto è importante non sentirsi in colpa solo perché si lavora. Ricordiamoci che il lavoro nobilita le donne, proprio come nobilita gli uomini!
In bocca al lupo per questa nuova avventura!