![Caterina Balivo, nota conduttrice televisiva, risponde alle lettere dei nostri lettori Caterina Balivo, nota conduttrice televisiva, risponde alle lettere dei nostri lettori](https://www.quotidiano.net/image-service/view/acePublic/alias/contentid/MmY3Y2U1OWItNzk5Ny00/0/caterina-balivo-nota-conduttrice-televisiva-risponde-alle-lettere-dei-nostri-lettori.webp?f=16%3A9&q=1&w=1280)
Caterina Balivo, nota conduttrice televisiva, risponde alle lettere dei nostri lettori
Cara Caterina, ti seguo sempre perché amo la tua allegria, la tua schiettezza e la tua intelligenza. Sono una mamma single, ho avuto il mio angelo 16 anni fa e il padre non l’ha voluta riconoscere. Sono sempre andata avanti da sola aiutata dai miei genitori ma ormai non riesco più ad andare avanti, chiedo aiuto al padre ma lui si nega e si allontana sempre più. Cerco lavoro, ma a Palermo, una città che è ancora in gran parte immersa nella mentalità e nelle modalità purtroppo tipiche del profondo sud, una donna a 51 anni è praticamente esclusa dal mondo professionale, rifiutata nonostante sia brava nel proprio lavoro e – aggiungo non per superbia ma solo perché è un fattore che è probabilmente importante anche ai fini di una professione da svolgere a contatto col pubblico – nonostante io sia riconosciuta da molti di bella presenza. Credimi, mi sono reinventata mille volte ma adesso non so più cosa inventarmi. Provo una profonda vergogna nei confronti di mia figlia perché non solo non sono stata capace di darle un padre e una famiglia, ma non sono neanche in grado di offrirle ciò che necessita un giovane. Una volta mi ha chiesto: “Mamma ma se mi chiedono che lavoro fai, che devo dire?”. Mi sono sentita morire per la vergogna e la notte mi ritrovo ancora a piangere in silenzio perché non voglio che lei si vergogni di me. Chiedo a te, cara Caterina, una parola di conforto ma anche un consiglio su cosa fare per provare a sbloccare questa mia situazione, sempre più dolorosa. Grazie. E perdonami se non firmo questa lettera.
Carissima,
grazie per aver avuto il coraggio di aprirti con tanta sincerità. Ti immagino mentre metti nero su bianco queste parole, con il cuore carico di stanchezza e frustrazione. E vorrei dirti subito una cosa: non hai nulla di cui vergognarti!
Hai cresciuto tua figlia da sola, con sacrificio, con amore, senza mai tirarti indietro. Sei stata madre e padre allo stesso tempo, e lo hai fatto con tutta la forza che avevi. Questo, credimi, vale molto più di qualsiasi ruolo professionale o di un cognome su un documento. Tua figlia ha accanto una donna che non si è mai arresa, che ha provato e riprovato, che si è reinventata mille volte. E sai cosa? Questo è un esempio straordinario di resilienza.
Capisco la tua stanchezza e il senso di smarrimento davanti a un mondo del lavoro che sembra chiuderti le porte. Ma il valore di una madre non si misura dal suo stipendio. Tua figlia non ha bisogno di una risposta perfetta alla domanda "Mamma, che lavoro fai?". Ha bisogno di sapere che tu ci sei, che non molli, che continui a cercare la tua strada con la stessa determinazione con cui l’hai cresciuta.
Non sei sola. Esistono percorsi di supporto e associazioni che aiutano le donne a rientrare nel mondo del lavoro, anche reinventandosi. Insieme, come donne, possiamo sostenerci a vicenda e affrontare le sfide che la vita ci mette davanti. La tua storia mi ha toccato profondamente e mi ha dato ancora più motivazione a continuare a trasmettere ogni giorno allegria, forza e positività.
Ti abbraccio forte, Cate