Eccentrico e poliedrico, grande amante della vita. Mario Schifano – che Goffredo Parise defini ’pittore puma’ capace di lasciare "dietro di sé l’impronta nitida e misteriosa dell’eleganza" – continuerà fino al 28 gennaio a incantare Cortina d’Ampezzo nella fantastica location di ’Farsettiarte’ in una mostra – ’Tra cinema e pittura’ – di qualità scientifica allo stesso tempo carica di emozione e di "passione esagerata" così come l’artista definiva il suo amore per l’arte.
Artista tra i più importanti sulla scena nazionale e internazionale degli anni sessanta, Schifano è una sorta di Andy Warhol tutto italiano. Tra l’altro conobbe il padre della Pop Art in uno dei suoi viaggi negli Stati Uniti frequentando la Factory (studio e luogo di ritrovo di Warhol e dei suoi collaboratori) e prendendo parte nel 1963 alla mostra New Realists organizzata dalla Sidney Janis Gallery (collettiva di artisti appartenenti alla Pop Art e al Nouveau Realisme). Alla Sidney Janis Gallery espose le sue opere a fianco dei principali esponenti del Nouveau Réalisme come Christo, Klein e il suo amico e collega Mimmo Rotella. E Warhol stesso disse che, se avesse potuto scegliere con chi scambiare la sua vita, sarebbe ri-nato Mario Schifano.
Intorno al 1970 Schifano iniziò la serie dei ’Paesaggi TV’ in cui l’artista trasferisce su tela le immagini televisive con la tecnica dell’emulsione fotografica. Inizialmente erano i fotogrammi scattati negli Stati Uniti con le sale di trapianto cardiaco a Houston, i laboratori della Nasa, di Alamogordo e di Los Alamos, a essere oggetto di rielaborazione (daranno vita a opere come Pentagono, Medal of Honor, Era Nucleare). Poi invece iniziò a rivisitare le immagini trasmesse da Rai e da altre emittenti.
Opere in cui l’artista utilizzava nuovi smalti industriali di grande brillantezza e trasparenza, capaci di asciugare con grande rapidità, consentendogli così anche una produzione molto più estesa. In mostra si possono ammirare alcuni capolavori di questi anni come ’VIDEO 18’ del 1971, e ’VIDEO 13’ sempre del 1971.
L’estetica di Schifano si può definire multidisciplinare: utilizzò macchine da presa, macchine fotografiche, il medium televisivo. "Schifano lavorava sulle immagini. Intorno a lui c’erano sempre immagini. È noto che nella casa del maestro ci fossero sempre televisori accesi, silenziosi, ma con un costante scorrere di immagini, di qualunque tipo" afferma Marco Meneguzzo. In mostra la ’Macchina cinematografica dipinta’, pezzo davvero unico e mai esposto così come altre opere esposte a Cortina che sono assolutamente inedite.
Un’esposizione che racconta di Mario Schifano artista e uomo, dei suoi profondi legami con il mondo della musica e del cinema. Un artista ’esageratamente passionale’, da scoprire nella perla delle Dolomiti.