Giovedì 26 Settembre 2024
DIEVA
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L’addio di Alberta Ferretti. La stilista si fa da parte: "È il tempo di lasciare . Si apre una nuova stagione"

Una lettera per annunciare il ritiro dalla direzione creativa del brand. Oltre quarant’anni di carriera. Resta vicepresidente del Gruppo Aeffe.

L’addio di Alberta Ferretti. La stilista si fa da parte: "È il tempo di lasciare . Si apre una nuova stagione"

Alberta Ferretti, 74 anni, vicepresidente del Gruppo Aeffe

di Eva

Desiderio

ra l’anno 1981 quando una giovane donna con tanti sogni e passioni portava per la prima volta una sua collezione in passerella…" Comincia così la lettera di addio al lavoro in prima linea per la creatività e per le sfilate di Alberta Ferretti, diffusa ieri mattina a colleghi e amici. La stilista, nata a Gradara 74 anni fa in una famiglia in cui la mamma faceva la sarta, ha annunciato la sua decisione di passare la mano e di interrompere una carriera dorata durata più di quarant’anni e terminata quindi con l’ultima sfilata che si è svolta durante la Milano Fashion Week per l’estate 2025, il 17 settembre scorso.

Una decisione certo non improvvisa, perché Alberta, come tutti nel mondo del fashion la chiamano, non è donna di alzate di testa ma di grande rigore e concretezza e tutta la sua vita di stilista lo testimonia. A partire da quando bambina ammirava il lavoro della mamma e poi a soli 18 anni apriva a Cattolica il primo piccolo negozio – Jolly Shop – dove vendeva giovani marchi e alcune creazioni sue. In pochi anni il nome si fa conoscere e la voglia di sfondare nel fashion cresce, complice l’appoggio nella vita e nel lavoro del fratello Massimo Ferretti, presidente e Ceo del Gruppo Aeffe di cui Alberta è e continuerà ad essere vicepresidente.

Nel 1980 nasce la Aeffe e comincia quella produzione di qualità che porterà l’azienda a produrre per Moschino (marchio poi inglobato nel Gruppo) e Jean Paul Gaultier, senza contare il marchio “principe” Alberta Ferretti, al debutto in quella prima sfilata a Milano nel 1981. Tempi visionari e coraggiosi in cui il Made in Italy coglieva i primi successi e conquistava consensi nel mondo dopo che dieci anni prima, da un’idea di Walter Albini, era nato il nostro pret-à-porter, una fucina di talenti e di industria senza uguali.

E anche Madame Ferretti, come l’hanno chiamata quando ha sfilato per alcuni anni la sua Haute Couture a Parigi, rientra in questa schiera di fantastici italiani che hanno reso la moda non più solo “alta ed elitaria” ma per tutti, specie per le donne negli anni d’oro del progresso femminista e dell’emancipazione.

Bionda, minuta, simpatica, schietta, elegantissima e spesso vestita di nero come si addice a molti creativi, Alberta ha dato un’impronta di nobile modernità e di leggerezza alle sue creazioni, tanto da essere chiamata “la regina dello chiffon” e “la scultrice della sottoveste”, con passerelle romantiche e sempre rispettose della personalità e del corpo delle donne.

Oggi lei e il fratello Massimo guidano un Gruppo da 1500 dipendenti che oltre alla linea che porta il nome della fontatrice produce anche Moschino, Pollini, Philosophy by Lorenzo Serafini, tra abiti e accessori con la produzione concentrata tra San Giovanni in Marignano e San Mauro Pascoli.

Un attaccamento fortissimo alla propria storia e alle proprie radici. "Il 17 settembre avete assistito alla mia ultima sfilata. Sì, è per me tempo di lasciare spazio ad un nuovo capitolo per il mio brand, a una nuova narrativa – scrive nella lettera la stilista – È stata una scelta difficile, complicata, molto ponderata". Nel saluto si dice anche che presto sarà svelato il nome di chi la sostituirà alla guida del brand. "Ho conosciuto e collaborato con delle leggende", dice Alberta, citando Peter Lindbergh, Steven Meisel, Franca Sozzani, Paolo Roversi, persone senza le quali "il mio mondo non sarebbe stato mai lo stesso".

La stilista adesso non parla, preferisce il silenzio alle troppe parole. Ma davanti agli occhi le passeranno le sfilate, le modelle che ha lanciato, le campagne, le star che ha vestito e perfino la regina Rania di Giordania, le clienti che non l’hanno mai tradita. Ora continuerà ad coltivare l’amore per l’arte contemporanea e per l’azienda Aeffe per la quale già da oggi sarà di nuovo in pista.