"C’è voluto un secolo, ma il femminismo è oggi ampiamente accettato dalle giovani donne negli Usa, e il momento di Wonder Woman è tornato". Se a dirlo è una leggenda vivente del calibro di Trina Robbins dev’essere vero. La prima fumettista della storia a disegnare per la Dc Comics la super eroina a strisce creata dallo psicologo William Moulton Marston nel 1941, ha curato con Kim Munson Women in Comics. Si tratta di una collettiva di 25 artiste che hanno fatto la storia del fumetto nordamericano, promossa dall’ambasciata degli Stati Uniti in Italia e co-prodotta da ARF! Festival e Comicon, in programma da venerdì prossimo all’11 luglio a Palazzo Merulana, Roma.
"Nell’industria del comics americano le ragazze non leggevano le fumetti - ironizza Trina Robbins - . Questa diventava una scusa per non pubblicare storie al femminile. Del resto se non si produce nulla è evidente che nessuno leggerà".
Le cose sono cambiate, accanto alle tavole di questa icona militante del fumetto underground e dell’attivismo femminista, saranno esposte nella Capitale opere originali di Afua Richardson e Alitha Martinez (vincitrici dell’Eisner Award per il loro lavoro su World of Wakanda della Marvel, serie spin-off di Black Panther di Ta-Nehisi Coates), di Colleen Doran, di Emil Ferris autrice del successo editoriale La mia cosa preferita sono i mostri, di Ann Telnaes Pulitzer come vignettista del Washington Post e tante altre donne che, dal fumetto vintage degli anni ’50 al graphic novel più autoriale, hanno esplorato temi come amore, sessualità, creatività, discriminazione, indipendenza, attraversa la psichedelia degli anni ’70 fino alla scena contemporanea mainstream di Marvel e Dc Comics.
Letizia Cini