E’scientificamente provato che il modo emotivamente più toccante e che consente di interiorizzare il messaggio fino a metabolizzarlo e farlo profondamente proprio è assistere a uno spettacolo, vedere un film, affidarsi insomma a quella inspiegabile ma antichissima forma di comunicazione che è l’arte teatrale e della finzione scenica. Maria Rosaria Omaggio che l’11 gennaio, proprio mentre è sul palco del Teatro Vittoria di Roma con ’Casa Terra Pianeta’, festeggia i 66 anni e i 50 di carriera, ha fatto propria questa lezione imbastendo uno spettacolo che dal 10 al 15 vuole veicolare una massima che tutti, soprattutto in questo momento storico, dovrebbe tenere a mente: "La Terra non appartiene all’uomo, è l’uomo che appartiene al Pianeta Terra".
Com’è stata tradotta nello spettacolo?
"Io, di azzurro vestita, sono la voce recitante di un melologo che alterna la potenza ineguagliabile delle parole (i versi d’esordio sono di Mariangela Gualtieri, ma ci sono anche brani tratti dalla ’Tempesta’ di Shakespeare, da Rilke, Yourcenar, Neruda), suoni (le musiche etniche sono eseguite dal polistrumentista Oscar Bonelli e quelle occidentali dalla pianista Cristiana Pegoraro), immagini a cura di Mino La Franca, che compongono un puzzle in cui entrano Oriente e Occidente, nativi americani e cultura giapponese e cinese. Con immagini che mentre accompagnano questo canto d’amore per Madre Terra invitano anche a riflettere su temi cruciali della nostra epoca. Convinta come sono che avesse ragione Flaiano quando diceva : ’Solo in teatro si ritrovano i simboli delle cose perdute di vista’".
Ma la sua anima non si è convertita all’ambientalismo sull’onda della sensibilizzazione contemporanea...
"Infatti sono vegetariana da 41 anni".
Che cosa la inquieta di più di tempi come i nostri travolti apparentemente dall’onda green?
"Come per il resto, la mancanza di relazione. Io sono molto tecnologica e ravvedo potenzialità fantastiche nel digitale ma come ha dimostrato la pandemia, il lombrico o la frutta continuano a esistere senza di noi, ma non può accadere il contrario. Per cui vanno ripristinate le relazioni con la natura a partire da ciò che mangiamo. Me lo fece notare già da bambina mio padre quando mi disse che noi siamo quello che mangiamo, come dire che devi occuparti della Terra anche se sei un totale egoista".
La politica ha colto questa connessione?
"Ormai le distinzioni di natura ideologica sono cadute e avverto anche in questo campo una perniciosa mancanza di relazione oltre che una preparazione spesso scarsa. Non sono di quelle che esulto se è apparsa una premier donna. A me interessa una vera parità imperniata sulla preparazione della persona".
Compirà gli anni mercoledì sul palco del Vittoria. Come festeggia?
"Con l’evento serale ’Omaggio a Madre Terra’. La direttrice della sala, Viviana Toniolo, è fan della sostenibilità da tempi non sospetti e ha voluto arricchire i giorni delle recite con questo fuori programma serale che vede protagonisti alcuni amici come Valerio Rossi Albertini, che riprodurrà una fusione a freddo, Grazia Di Michele, Pino Quartullo, quest’ultimo con sonetti del Belli che paiono profetici".
Qual è stato il momento cardine della sua carriera cinquantennale?
"L’incontro con Tomas Milian per ’Squadra antiscippo’ e ’Roma a mano armata’ che sono unanimemente considerati format modello e capofila di tutti i polizieschi successivi".
Lorella Bolelli