Domenica 8 Settembre 2024
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La lunga marcia della breakdance. Dalla strada ai fasti delle Olimpiadi

Il breaking, danza urbana nata a New York, approda ai Jeux Olympiques di Parigi come disciplina sportiva. La Francia si distingue ma non vince, con spiccate presenze orientali. La cultura hip hop si esprime anche nella cerimonia di chiusura, con Arthur Cadre protagonista.

La lunga marcia della breakdance. Dalla strada ai fasti delle Olimpiadi

La breakdance di strada. In alto, Rachael Gunn, “Raygun”, alle Olimpiadi di Parigi

Guzzo Vaccarino

Un americano a Parigi: il breaking, che dal nativo Bronx è volato ai Jeux Olympiques della Francia danzofila. Le battle virili e le jam maschili, nate prima tra i neri e poi assunte tra i latinos dei quartieri deprivati di New York a fine anni Sessanta, sono approdate a Place de la Concorde come disciplina sportiva new entry. Quella danza-cultura di strada, alternativa alle risse tra gang, dove i più forti competono solo per essere i più inventivi e i più acrobatici, affermando uno stile di vita, completo di graffiti, DJ set con scratching e rap, maxiradio portatili e fashion comodo dedicato, è dilagata in tutto il mondo, è diventata un passaporto condiviso per meeting internazionali live e pure online durante la pandemia.

Pulsa l’anima delle danze africane ancestrali, nel cerchio-cypher, da cui ognuno si stacca per un a solo virtuosistico, con freeze, spin-giri vorticosi anche sulla testa, e footwork intricati, molleggiando sulle braccia e avvolgendosi in spirali elastiche. Anche la capoeira, danza marziale brasiliana, ha trovato casa nel mondo hip hop, migrante e cittadino universale, da Tbilisi ad Algeri a Città del Capo, dalla Colombia all’Australia. Michael Jackson è stato sommo alfiere della creatività afrodiscendente con il suo moon walk; Lil Buck, campione nero-ossa di gomma, nato a Chicago, è stato invitato da Roberto Bolle in tv per Danza con me, oltre che alla Fondazione Vuitton tra le grandi opere della cultura bianca.

Il Breaking era destinato a fiorire in quella Francia postcoloniale che ha sposato lo “sport” dei neri e dei maghrebini di seconda e terza generazione, in transito dalle banlieu ai grandi palcoscenici. Include o addomesticare i giovani ribelli? I punti di vista sono ovviamente tanti e opposti. I nomi dei “figli del passato” promossi in prima fila comunque sono tanti, specie di ascendenze algerine: Rachid Ouramdane, scelto per dirigere il Théâtre du Chaillot parigino, tempio della danza colta, Kader Attou, Hervé Koubi, e Mourad Merzouki, advisor del nuoto sincronizzato francese, che per le “Olimpiadi della cultura” ha curato al Musée d’Orsay la sfilata hip hop; per prepararsi a partecipare c’erano i suoi tutorial online, La danse de jeux, versione base o avanzata.

Nell’Esagono del parkur e dello skatebord ovunque, Parigi nel 2021 aveva dedicato una mostra, Hip-Hop 360, alla Cité de la Musique, per celebrare un’epopea ormai quarantennale, con ampio spazio per le improvvisazioni di rapper e beatboxer. La cerimonia di apertura olimpica è stata affidata, per le coreografie, alla bretone Maud le Pladec, buona amica dell’hip hop, che ha mobilitato a tappe lungo la Senna fino al Trockadero 3000 performer in costumi di materiali recuperati.

Nella neopromossa disciplina Breaking, ad ogni modo, la Francia con sei partecipanti su quaranta selezionati a livello internazionale, dopo le fasi eliminatorie – con tre candidate italiane – si è guadagnata solo la medaglia d’argento con il B-Boy Dany Dann, già premiato nelle competizioni Red Bull Dance your style, ma non ha vinto sul fronte donne, dove le orientali hanno trionfato.

A margine, due B-Girls sono adesso virali, la trentaseienne australiana Rachael Gunn, “Raygun”, che ha presentato mosse inedite, tra cui la “kangaroo”, e Manizha Talash, cresciuta a Kabul e rifugiata, squalificata per aver indossato un mantello con la scritta “Free Afghan Women”.

Hip hop anche nella cerimonia di chiusura allo Stade de France, con al centro Arthur Cadre, breaker e contorsionista, figlio di atleti, tutto coperto di oro riciclato, circondato di 110 acrobati, circensi, ballerini e ginnasti dei vigili del fuoco.