Martedì 24 Dicembre 2024
NICOLA PALMA
Magazine

La forza del destino apre la stagione alla Scala con Liliana Segre tra gli ospiti

La Scala inaugura la stagione con 'La forza del destino'. Tra gli ospiti Liliana Segre e un cast stellare.

La forza del destino alla Scala: Ludovic Tézier e, in alto, Anna Netrebko

La forza del destino alla Scala: Ludovic Tézier e, in alto, Anna Netrebko

Gli occhi del mondo sulla Scala. Alle 18 si alzerà il sipario sull’opera La forza del destino, che terrà a battesimo la stagione d’opera con l’ormai tradizionale diretta tv su Raiuno dalle 17.45. Un titolo che manca al Piermarini dal 2001 e che ha inaugurato il cartellone solo nel 1965, ma che, al netto della proverbiale sfortuna che aleggia da sempre sul melodramma da 3 ore e 53 minuti intervalli inclusi, ha segnato nel 1869 la riconciliazione tra il tempio della lirica e Giuseppe Verdi con partitura modificata per l’esordio meneghino. Un titolo che porterà inevitabilmente il pubblico a riflettere su temi di strettissima attualità come il patriarcato e la guerra.

Per il secondo anno di fila, non ci sarà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a Parigi per la riapertura di Notre-Dame: il suo posto in Palco reale sarà occupato come dodici mesi fa (ma senza le scaramucce politiche che ne avevano preceduto l’invito a salire di un paio di piani dalla sua poltrona nella fila M della platea) dalla senatrice a vita Liliana Segre, a completare un parterre di personalità istituzionali che vedrà schierati il presidente del Senato Ignazio La Russa, la vicepresidente della Camera Anna Ascani, il ministro della Cultura Alessandro Giuli, il sindaco padrone di casa Giuseppe Sala, il governatore lombardo Attilio Fontana e il prefetto Claudio Sgaraglia.

A meno di fuoriprogramma in stile urlo dal loggione "Viva l’Italia antifascista" del 2023, la prevedibile standing ovation per la testimone della Shoah e l’inno di Mameli eseguito dall’orchestra faranno da prologo alla nuova produzione allestita da Leo Muscato. "Abbiamo scelto di raccontare questa storia attraverso epoche diverse, esplorandola da prospettive spaziali e temporali sempre nuove – spiega il regista –. Il racconto prende avvio nel Settecento e si spinge fino ai giorni nostri, senza vincolarsi rigidamente a una precisa aderenza storica". Così, un secolo dopo l’altro, si passerà dalla scena iniziale "in cui una giovane donna, per inseguire il suo amore, deve sfuggire al controllo paterno travestendosi da uomo" all’ultimo atto segnato dalla "tragica follia di un ufficiale decorato, consumato dalla sete di vendetta, che attraversa chilometri di terre devastate dai bombardamenti per uccidere il suo nemico". Non senza la speranza rilanciata nel finale dall’invocazione "Pace, pace, mio Dio!".

Il senso di continuità richiesto dal direttore musicale Riccardo Chailly, all’undicesimo Sant’Ambrogio sul podio di via Filodrammatici, sarà garantito dalla "ruota del destino" e da un movimento rotatorio opposto rispetto a quello dei protagonisti in scena, che avanzeranno in direzione ostinata e contraria all’interno di scenografie sempre più cupe e vicine alla realtà di oggi: "In quelle macerie, chiunque ci può vedere una qualunque delle guerre", dalle più mediatiche alle più dimenticate.

Donna Leonora sarà interpretata dal soprano superstar Anna Netrebko, al settimo 7 dicembre in carriera (curiosamente il primo in un anno pari), mentre il tenore esordiente Brian Jadge (chiamato a fronteggiare in extremis il forfait di Jonas Kaufmann) e il baritono Ludovic Tézier vestiranno rispettivamente i panni di Don Alvaro e Don Carlo Vargas. La serata di gala segnerà anche l’ideale passaggio di consegne tra il sovrintendente uscente Dominique Meyer e il successore Fortunato Ortombina (assente oggi), che si daranno il cambio a marzo.

Solita zona rossa attorno al teatro, con area transennata e imponente dispositivo di ordine pubblico, anche perché nelle ore immediatamente precedenti sfileranno per le vie del centro (da Porta Venezia al Castello Sforzesco) i circa duemila partecipanti al corteo contro il ddl Sicurezza e i conflitti; dietro lo stesso striscione gli attivisti di centri sociali e realtà antagoniste, i filopalestinesi e i sindacati di base. Una novità rispetto al recente passato e ai presìdi fissi davanti a Palazzo Marino. Confermata, invece, la Prima diffusa, che porterà lo spettacolo sul maxischermo della Galleria e nelle carceri di San Vittore e Opera, all’ospedale Niguarda e al terminal 1 di Malpensa.