Nel 2013 'Nymphomaniac' aveva turbato molti spettatori, con il suo racconto esplicito di sesso e violenza: il regista e sceneggiatore Lars von Trier non solo non si è pentito, ma ha alzato la posta realizzando 'La casa di Jack', film con un serial killer come protagonista e con tutta l'efferatezza che questa premessa porta con sé. Esce nelle sale cinematografiche italiane giovedì 28 febbraio ed è dunque arrivato il momento di capire cosa abbiamo di fronte.
LA CASA DI JACK, IL FILM
Per quanto la presenza di un killer seriale possa far pensare a un genere differente, e la definizione di horror psicologico può tranquillamente essere corretta, a conti fatti 'La casa di Jack' si inserisce nel solco della commedia. Nera, anzi nerissima, ma pur sempre commedia. Parte proprio da qui la carica provocatoria del film: dall'idea di sovvertire ciò che come spettatori ci aspettiamo di vedere.
LA CASA DI JACK, TRAMA E CAST
La storia è quella di un serial killer che racconta la sua vita a un personaggio non meglio identificato, quanto meno all'inizio del film. In particolare, si concentra sui dodici anni più recenti e sulle persone che nel corso di questo periodo ha ucciso, sul perché l'ha fatto e come.
Il killer è interpretato da Matt Dillon ('Drugstore Cowboy', 'Crash: contatto fisico'), mentre la persona che ascolta il suo racconto è il recentemente scomparso Bruno Ganz ('Il cielo sopra Berlino', 'La caduta'). Fra le donne uccise dal protagonista troviamo Uma Thurman, Siobhan Fallon Hogan e Sofie Grabol.
IL TRAILER
LARS VON TRIER
Danese classe 1956, Lars von Trier è diventato famoso presso il grande pubblico grazie al film 'Le onde del destino' (1996, Gran premio della giuria al Festival di Cannes) e al coinvolgimento nel movimento Dogma 95.
È autore di un cinema viscerale, che tende a non lasciare indifferenti gli spettatori, a prescindere dal parere finale che avranno su quanto visto: è il caso ad esempio di 'Dancer in the Dark' (2000), 'Antichrist' (2009) e 'Nymphomaniac' (2013). 'La casa di Jack' è probabilmente il suo film più programmaticamente provocatorio.
LO AMI OPPURE LO ODI
'La casa di Jack' è stato presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes 2018: in quell'occasione decine di persone, inclusi alcuni critici, lasciarono la sala durante la proiezione, per via del tono nichilista e violento della trama. Però alla fine i restanti spettatori hanno tributato una standing ovation di sei minuti. Due reazioni opposte, che chiariscono quale tipo di film abbiamo di fronte.
IL PARERE DI CHI L'HA VISTO
Quanto accaduto a Cannes riverbera nell'estrema polarizzazione della critica, che in media ha espresso un giudizio negativo. Probabilmente la posizione che meglio riassume la discussione è quella di Lorry Kikta, del magazine Film Threat. "Alcune persone, comprese un paio che hanno visto il film insieme a me, riterranno 'La casa di Jack' un film senza senso e pretenzioso. Altre lo giudicheranno come un prodotto che glorifica la violenza. Io lo vedo per quello che intendeva essere: un'opera d'arte complicata, violenta e divertente".
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