Venerdì 21 Febbraio 2025
ANDREA SPINELLI
Magazine

La “Bandiera gialla“ della musica italiana

Morto a 79 anni Gianni Pettenati, cantante della hit che segnò gli anni Sessanta e ispirò gli Ottanta. Una vita da Sanremo alla legge Bacchelli

Morto a 79 anni Gianni Pettenati, cantante della hit che segnò gli anni Sessanta e ispirò gli Ottanta. Una vita da Sanremo alla legge Bacchelli

Morto a 79 anni Gianni Pettenati, cantante della hit che segnò gli anni Sessanta e ispirò gli Ottanta. Una vita da Sanremo alla legge Bacchelli

di Andrea SpinelliCon l’addio di Gianni Pettenati si ammaina la Bandiera gialla di una stagione ancora vivissima nei ricordi della generazione cresciuta nella seconda metà degli anni Sessanta sulle spiagge, davanti al juke-box che gracchiava all’infinito quella hit adattata da Alberto Testa e Nicola Salerno su The Pied Piper dell’inglese Robin Peter Smith, meglio conosciuto come Crispian St. Peters. Un buon successo internazionale – quarto negli Stati Uniti, quinti nel Regno Unito, addirittura primo in Canada – ripreso in Italia nel ‘66 proprio dal cantante piacentino e trasformato in una reliquia di quegli anni, grazie anche all’omonima trasmissione radiofonica della coppia Arbore-Boncompagni, nata però l’anno precedente.

Un’idea benedetta dal dio delle classifiche quella di regalare a The Pied Piper un testo in italiano, visto che la versione in lingua originale incisa da Patty Pravo qualche mese prima di Pettenati nel lato B di Ragazzo triste (cover italianizzata a sua volta della But you’re mine di Sonny Bobo & Cher) era rimasta abbastanza in ombra.

A trasformare Bandiera gialla in un evergreen assoluto, capace di sfidare il tempo fotografando le notti in bianco e piste affollate di quelle estati ormai lontane, furono pure alcune iniziative legate a doppio filo al suo successo, come il musicarello di Mariano Laurenti I ragazzi di Bandiera gialla con lo stesso Pettenati e Marisa Sannia, e, una quindicina di anni dopo, il deliberato gusto retrò di uno tra templi della notte più in voga degli anni Ottanta, quel “Bandiera gialla” inaugurato da Iso e Bibi Ballandi al parco della Galvanina di Rimini, affiancandogli il celebrato programma televisivo di Red Ronnie.

Gianni Pettenati, ammesso nel 2019 al vitalizio di ventiquattromila euro annui previsto dalla legge Bacchelli a favore dei cittadini illustri che versino in stato di necessità, è scomparso nella sua casa di Albenga all’età di 79 anni "con i suoi affetti vicino, con l’amore dei suoi figli Maria Laura, Samuela e Gianlorenzo e l’adorato gatto Cipria, dopo una lunga ed estenuante malattia" ha raccontato sui social Maria Laura. "Non abbiamo mai smesso di amarti. Ti abbracciamo forte. Le esequie si terranno in forma strettamente riservata".

Nato a Piacenza il 29 ottobre 1945, dopo alcune esperienze filodrammatiche Pettenati aveva debuttato nella musica vincendo, appena diciannovenne, il Festival di Bellaria. La concretizzazione del sogno cullato fin da bambino, quando all’età di sei anni s’era trovato a vincere il suo primo concorso canoro. Entrato nelle fila del gruppo degli Juniors, aveva inciso nel 1966 il suo primo disco, una versione riveduta e corretta della dylaniana Like a rolling stone, intitolata senza particolari digressioni Come una pietra che rotola.

Nonostante il successo di Bandiera gialla si era riavvicinato agli Juniors nel ’67 per un 45 giri dal titolo nicciano come Il superuomo, rielaborazione della Sunshine superman di Donovan, che ne lato B offriva una rielaborazione della I put a spell on you di Screamin’ Jay Hawkins (incisa col testo di Mogol e l’arrangiamento della versione di Alan Price) dal titolo Puoi farmi piangere.

Proprio quell’anno, grazie a La rivoluzione, era arrivata anche la prima partecipazione al Festival di Sanremo, seguita nei mesi caldi dalla Io credo in te presentata ad Un disco per l’Estate e da quella Un cavallo e una testa, firmata da Paolo Conte, offerta invece al pubblico del Cantagiro. A suggello di una stagione da incorniciare non poteva mancare lo show Rai del sabato sera abbinato alla Lotteria di Capodanno, quello Scala Reale affrontato con Iva Zanicchi e Achille Togliani nella squadra di quel Claudio Villa risultato poi vincitore sulla compagine guidata da Gianni Morandi.

Nel 1968 insieme ad Antoine entra in finale al festival di Sanremo con La tramontana, brano molto fortunato che il cantante piacentino ha sempre riproposto nei suoi concerti. Seguono altri successi come Caldo caldo, Cin cin, I tuoi capricci e collaborazioni artistiche con diversi autori della canzone italiana.

Come critico musicale, Pettenati è autore di diversi libri sulla storia della musica leggera italiana tra cui Quelli eran giorni - 30 anni di canzoni italiane (editore Ricordi, scritto con Red Ronnie); Gli anni ‘60 in America, Mina come sono, Io Renato Zero (tutti per le Edizioni Virgilio); Alice se ne va (Edizioni Asefi).