Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

L'ufficiale e la spia, il film di Roman Polanski

Esce il 21 novembre, portandosi dietro il gran premio della giuria al Festival di Venezia, ma anche feroci polemiche: ecco tutte le info, il trailer e le recensioni

Un dettaglio del poster

Un dettaglio del poster

Un film bello, accompagnato da polemiche spesso feroci: giovedì 21 novembre esce nelle sale cinematografiche italiane 'L'ufficiale e la spia', storia vera del caso Dreyfus che il regista e sceneggiatore Roman Polanski ha condensato in un'opera capace di aggiudicarsi il gran premio della giuria al Festival di Venezia 2019. Ma anche di attirare giudizi severi a causa degli scandali sessuali di Polanski e di alcune sue incaute dichiarazioni.

L'ufficiale e la spia, tutto sul film

La trama racconta di come nel 1894 il capitano dell'esercito francese Alfred Dreyfus fu ingiustamente accusato di tradimento, con annessa condanna all'ergastolo, e di come il colonnello Picquart, un ufficiale del servizio di spionaggio, scoprì che in realtà era innocente. Un fatto che scatenò una violenta campagna di autodifesa dei vertici militari, determinati a non riconoscere l'errore, e che fece detonare un clima sociale fortemente antisemita (Dreyfus era ebreo). La sceneggiatura di 'L'ufficiale e la spia' è stata scritta a quattro mani da Roman Polanski e Robert Harris, adattando per il grande schermo l'omonimo romanzo scritto da quest'ultimo (i due avevano già lavorato insieme ai tempi del film 'L'uomo nell'ombra'). Il taglio narrativo scelto ha privilegiato l'indagine di Picquart, un uomo che riconosce apertamente il proprio antisemitismo, ma al quale gli ebrei non piacciono più per consuetudine superficiale che per profonda convinzione personale: un protagonista che dunque ha dato sostanza alla trama perché ha consentito di affiancare l'indagine sul caso Dreyfus alla storia di una crescita umana.

Il trailer

Com'è 'L'ufficiale e la spia', le recensioni

Chi ha recensito positivamente 'L'ufficiale e la spia' l'ha fatto perché è una ricostruzione storica impeccabile e riesce ad tenere alti ritmo e tensione pur svolgendosi in larga parte all'interno di stanze polverose, tra telegrammi, lettere e fotografie sbiadite. In termini di regia e montaggio siamo obiettivamente di fronte e un risultato notevole. Le polemiche sono giunte soprattutto per come il film è stato presentato dallo stesso Roman Polanski, il quale ha lasciato intendere un parallelo tra la vicenda di Alfred Dreyfus e la sua personale. Ricordiamo infatti che nel 1977, quando aveva 43 anni, ebbe rapporti sessuali con una tredicenne: un fatto da lui ammesso in tribunale e per il quale ancora oggi pende, negli Stati Uniti, un mandato d'arresto. In anni più recenti altre donne l'hanno denunciato, ma in questi casi Polanski ha sempre negato e la giustizia non si è ancora espressa. A fronte di questi fatti è quanto meno inopportuno sostenere che l'antisemitismo che nutrì la falsa condanna di Dreyfus non è dissimile dall'ondata femminista attuale, che nutre le false condanne di molestie rivolte a Polanski. Quanto meno perché Dreyfus è sempre stato innocente, Polanski no. L'argomento è ovviamente delicato e per certi versi ha influito sul giudizio del film 'L'ufficiale e la spia'. Che però, se guardato al netto di queste discussioni, resta un prodotto notevole: alla sensibilità di ognuno il compito di stabilire se è possibile distinguere nettamente i due ambiti, quello artistico e quello personale. Leggi anche: - Joker supera 1 miliardo al botteghino: è un record - Mortale, la serie TV di Netflix con i poteri vudù - Un cavaliere per Natale, la commedia romantica con Vanessa Hudgens