Roma, 23 luglio 2024 – “Kamala è brat”. Questo il tweet della popstar britannica Charlie XCX, pubblicato poche ore dopo l’annuncio del ritiro di Biden e l’entrata della vicepresidente nella corsa per la candidatura alla Casa Bianca. In pochissimo tempo il tweet ha ricevuto migliaia di like e milioni di visualizzazioni, e il profilo ufficiale per la campagna di Kamala Harris @KamalaHQ ha sostituito la sua immagine di copertina con uno sfondo verde acido e la scritta “kamala hq”. L’evento ha fatto notizia, suscitando un’ondata di consensi nei confronti di Harris. Ma la vicepresidente non è l’unica a essere “brat”.
Il 7 giugno scorso è uscito il nuovo album di Charli XCX, “Brat”, caratterizzato proprio da una copertina verde acido con la scritta “brat” in stampatello minuscolo, lievemente sfocata. 15 tracce – 18, nella versione bonus – tra la dance elettronica e l’hyperpop, i cui testi affrontano temi in realtà molto profondi. L’energia da “party girl selvaggia” che fuma le Marlboro, va a ballare nei club e indossa i top bianchi senza reggiseno è solo uno degli strati di “Brat” – che in inglese significa “monella” – ed è il più superficiale. L’album di Charli XCX parla di nostalgia dell’adolescenza, di accettazione di se stessi, del dubbio esistenziale sull’avere dei figli a trent’anni, o non averli. Descrive l’ansia condivisa dai millenial, ma anche dalla generazione Z, e lo fa con una schiettezza disarmante. E così è diventato un fenomeno sociale, quello della brat summer, che sta spopolando tra lə giovani, in particolare nella comunità LGBTQIA+ – si combatte la crisi esistenziale distraendosi nei club, facendo festa finché si può.
La ragazza brat non è solo “monella”: è libera, anticonformista, dice le cose come stanno. È lusso, edonismo, ma anche trash, ed è caratterizzata dall’estetica verde lime della cover dell’album – la stessa Charli ha rivelato di aver scelto quel colore perché, nel suo essere disgustoso e “uncool”, riesce a dare vita a dibattiti interessanti sul concetto di desiderabilità. E secondo la cantante, Kamala Harris è brat: vive la sua vita e non le importa cosa pensano gli altri. Dalla scorsa domenica, hanno iniziato a girare video di Harris a cui è applicato un filtro verde, in cui i suoi discorsi, e la sua risata, sono mixati con tracce dell’album di Charli XCX. Così, nella corsa per le presidenziali, anche la vicepresidente sta vivendo la sua brat summer.
Nonostante l’influenza brat sia arrivata anche qua, in Italia sta emergendo un fenomeno parallelo – quello della “vera baddie” di ANNA, pseudonimo per la rapper italiana Anna Pepe. Il suo album d’esordio “VERA BADDIE”, uscito il 27 giugno, ha portato la cantante in cima alle classifiche. Ad appena vent’anni, oltre a essere la prima ragazza italiana a restare al top delle classifiche per così tanto tempo, ANNA è anche riuscita a fare suo un genere musicale tipicamente maschile in Italia – la trap. In un’intervista a Cosmopolitan, ANNA ha spiegato che la baddie “è una bella ragazza non tanto perché si trucca, ma perché aiuta se stessa e le altre”. È una ragazza che si è creata da sola, come lei, che sa essere determinata ma anche dolce.
“Brat” e “baddie” sono due sfumature diverse della “bad girl”, in un’accezione positiva, e così l’estate 2024 è diventata la “bad girl summer”, come dimostra il successo che le due artiste stanno riscuotendo con i nuovi album. L’aspetto più importante della bad girl è la sua capacità di essere se stessa, libera dal giudizio degli altri e, soprattutto, da quello di una società patriarcale che ha sempre pesantemente giudicato le donne. Uno dei temi presenti in entrambi gli album è, ad esempio, quello dell’amicizia tra donne. In un’intervista a The Guardian, Charli XCX ha spiegato che siamo passati da i media che cercavano sempre di mettere le donne le une contro le altre, al femminismo come strumento di marketing popolare, secondo cui o ti piacciono tutte le altre donne o non sei una brava femminista. “È un’aspettativa così irrealistica per le donne” ha detto.