Lunedì 7 Ottobre 2024
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Jon Fosse: ecco chi è lo scrittore premio Nobel per la Letteratura

Poeta, drammaturgo, intellettuale poliedrico, ha esordito nella scrittura nel 1983 con il romanzo ‘Raudt, svart’ (Rosso, nero), sperimentando poi la narrativa breve, la poesia, la saggistica e la letteratura per l’infanzia

Jon Fosse (Ansa)

Jon Fosse (Ansa)

Roma, 5 ottobre 2023 – Al norvegese Jon Fosse il premio Nobel per la Letteratura 2023. Scrittore, poeta e drammaturgo, noto per il suo stile minimalista è considerato uno dei maestri della letteratura scandinava, in particolare autore emblematico della scena teatrale contemporanea. Secondo il "Daily Telegraph", Fosse merita di figurare tra i 100 geni viventi in tutto il mondo.

Jon Fosse (Ansa)
Jon Fosse (Ansa)

La vita

Classe 1959, Fosse ha scritto romanzi, racconti, poesie, libri per bambini, saggi e opere teatrali. Nato a Haugesund, un piccolo villaggio sulla costa occidentale norvegese, crescendo poi a Strandebarm, sullo spettacolare fiordo di Hardanger. Si è laureato all’Università di Bergen in letteratura comparata e da allora ha iniziato a dedicarsi a tempo pieno alla scrittura, insegnando a lungo all’Accademia di scrittura di Hordaland. Oggi vive nella residenza onoraria di Grotten, a Oslo, concessagli dal re di Norvegia per i suoi meriti letterari che lo hanno reso famoso a livello internazionale.

Le opere

Scrittore incredibilmente prolifico e un intellettuale poliedrico, tra le voci più significative della drammaturgia contemporanea, tanto da guadagnarsi il soprannome di “Samuel Beckett del XXI secolo”. Ha esordito nella scrittura nel 1983 con il romanzo “Raudt, svart” («Rosso, nero»), sperimentando successivamente generi e stili eterogenei, quali la narrativa breve, la poesia, la saggistica e la letteratura per l'infanzia.

Le sue opere sono state tradotte in oltre 40 lingue, compreso l’italiano. Fosse è stato tra i consulenti letterari di Bibel 2011, una traduzione norvegese della Bibbia pubblicata nel 2011. Nel 2012 lo scrittore si è convertito al cattolicesimo. In Italia ha pubblicato con Fandango "Melancholia" (2009) e "Insonni" 2011, mentre La nave di Teseo ha pubblicato "Mattino e sera" (2019) e "L'altro nome. Settologia. Vol. 1-2" (2021).

I riconoscimenti

Già agli inizi degli anni Novanta a Jon Fosse arrivano i primi riconoscimenti, soprattutto per i suoi racconti per l’infanzia; nel 1996, oltre a ricevere diversi riconoscimenti per le sue opere in prosa, vince per la prima volta il prestigioso Premio Internazionale Henrik Ibsen (lo vincerà nuovamente nel 2010); da allora, la sua attività artistica è stata costantemente accompagnata da una ricca messe di riconoscimenti, che lo portano ad aggiudicarsi, tra gli altri, il Nynorsk Literature Prize, lo Swedish Academy's Nordista Pris, il Premio Ubu, l'European Prize for Literature.

Nel 2005 viene nominato Commendatore dell'Ordine reale norvegese di Sant'Olav e nel 2007 la Francia gli conferisce l'Ordine Nazionale al Merito. Nel 2015 l’Università di Bergen, che lo vide giovane laureato nel 1987, gli ha attribuito il dottorato honoris causa e nello stesso anno ha vinto il Nordic Council’s Literature Prize. Nel 2016 è stato insignito del Premio Willy Brandt, che ha sancito il successo di Fosse in Germania, dove è ampiamente tradotto e dove registi di primo piano, come Thomas Ostermeier, lo hanno più volte portato sulle scene con grande sensibilità e successo. 

Il dramma e l’opera

Autore del poderoso dittico sul pittore norvegese ottocentesco Lars Hertervig «Melancholia» (1995-96; traduzione italiana da Fandango Libri nel 2009), tra i romanzi più famosi di Fosse spicca “Insonni” (Fandango Libri 2011), una favola moderna dai toni dolci in cui i piccoli protagonisti, due creature simili all’Hansel e Gretel della fiaba, assistono impotenti alla crudeltà del giudizio con il cuore ancora pieno di speranza per quel miracolo che è la vita.

Già nel suo primo dramma “Nokon kjem til å komme” (“Qualcosa sta per arrivare”, 1992-93) è compiutamente espressa la cifra stilistica di Fosse, caratterizzata da una scrittura scarna e spietata, pronta a cogliere tutte le contraddizioni del linguaggio e delle reti relazionali, indagando temi quali la labilità della comunicazione, il divario generazionale e la precarietà dei rapporti familiari e di coppia.  

La sua prima opera teatrale, Og aldri skal vi skiljast (E non ci separeremo mai), è stata rappresentata e pubblicata nel 1994. I suoi testi teatrali sono stati messi in scena in tutto il mondo, affermandosi come autore di opere di struttura frugale che danno voce, con lucida analisi, al disagio che scaturisce dalle barriere comunicative poste tra gli uomini e le donne della nostra epoca, tra figure d'età diverse, tra persone disunite da vincoli famigliari, tra soggetti vivi e ombre.