Rio de Janeiro, 17 novembre 2017 - Joao Gilberto, 86 anni, musicista geniale, è un personaggio non facile, ma la sua condizione attuale rattrista tutti: la figlia Bebel lo ha fatto interdire perché è ormai incapace “di gestire la propria vita da un punto di vista amministrativo e finanziario”, firmando “qualsiasi cosa gli venga proposto da terzi”, come contratti per concerti che non terrà mai e di cui dovrà risarcire le penali, tanto “che la sua situazione economica è ora al limite della miseria, nonostante i diritti d’autore che avrebbero dovuto farlo vivere bene e a lungo”. L’avvocatessa di Bebel, Simone Kamenetz, ha depositato la richiesta che è stata accolta da un giudice di Rio de Janeiro, la città dove Joao vive ormai da oltre sessant’anni, pur avendo avuto una lunga permanenza negli Stati Uniti. E il cantante che ha portato la bossa nova in tutto il mondo, “deve comparire in un processo per sfratto, oltre a quelli in cui deve rispondere di non essere comparso ad appuntamenti professionali contratti delegando altri a suo nome, i quali hanno portato a condanne pecuniarie ben superiori alla sua rendita”, spiega l’avvocatessa Kamenetz.
Il tracollo del musicista è avvenuto in concomitanza con i suoi 80 anni quando fu organizzata una lunga tournée per festeggiarlo. Era il 2011, e a ottobre avrebbe dovuto cominciare i suoi concerti dal teatro Municipale di Rio, ma la prima fu rinviata a dicembre “per un forte raffreddore”, poi definitivamente cancellata. Secondo il produttore degli show, Mauricio Pessoa, Gilberto aveva già ricevuto tutto i soldi per la serata di Rio. Per quell’assenza, Pessoa è stata condannato definitivamente nel maggio scorso a un risarcimento di 573mila reais, poco più di 150mila euro, al teatro. Ovviamente saltarono anche le date successive di San Paolo, Brasilia, Salvador de Bahia, Porto Alegre. Da allora Gilberto non è più apparso in pubblico, chiuso nella sua casa carioca alla quale accedono la seconda moglie Miucha Buarque de Hollanda, sorella di Chico e anch’essa importante interprete della bossa nova, e pochi amici. Di recente la figlia Bebel – nata dal suo primo matrionio con Astrud, l’artista con la quale ha realizzato all’inizio carriera alcuni dei suoi dischi più rappresentativi – è tornata da New York proprio per assistere il padre in questo momento delicato, ma non ha “potuto esimersi”, dice la sua legale, dalla causa per “salvaguardare la sua salute mentale e finanziaria”. “Bebel – spiega ancora Simone Kamenetz – per questi motivi non ha visto alternative alla sua decisione, e ora si dedicherà a recuperare la salute di suo padre e ridare equilibrio alla sua vita”. Interpellata, la figlia ha risposto gentilmente che in questo momento non intende rilasciare dichiarazioni dirette.
Joao Gilberto de Oliveira è nato a Juazeiro, nello Stato di Bahia, il 10 giugno 1931; il suo unico desiderio era suonare la chitarra e cantare. Si trasferì così prima a Salvador dove cominciò a esibirsi con i “Garotos da Lua” e quindi a Porto Alegre. Nel 1950 giunse la prima volta a Rio de Janeiro e cominciò a frequentare, in una vita ai margini, i bar dove si esibivano i grandi artisti dell’epoca. Autodidatta, cercò di costruire una suo modo originale di suonare e di cantare, allungando e accelerando ogni nota in modo sempre diverso, fondando un vero e proprio “modo Joao”. Se ne innamorarono i due inventori della bossa nova, Tom Jobim e Vinicius de Moraes, che lo vollero con loro per il primo album che sanciva la nascita del movimento: “Chega de Saudade”. Presto il modo di suonare e cantare di Gilberto prese il sopravvento su quello di Elizeth Cardoso e divenne lui la voce principale, facendolo considerare a tutti gli effetti il terzo padre di quello stile. Dal 1958 la sua carriera lo portò in giro per il mondo, soprattutto in America per le straordinarie performance col jazzista Stan Getz che decretarono il definitivo sdoganamento della musica brasiliana. A New York Joao lasciò la moglie Astrud, che si accompagnò con Getz, e tornò a Rio dove conobbe Miucha e la sposò. Fino al 2004 la sua discografia è piena di straordinari album, poi una serie di concerti senza eguali fino appunto al 2010, quando il suo difficile carattere lo isolò ancor di più. Recentemente è uscita la riedizione di quello che è considerato il più importante show della bossa nova, quello al Au Bon Gourmet di Rio: lui, Tom Jobim, Vinicius de Moraes e altri importanti musicisti che suonarono per la prima volta “La ragazza di Ipanema”, la seconda canzone più eseguita di tutti i tempi. Era l’agosto 1962, le repliche furono 45.
Le disgrazie attuali di Joao rattristano, ma il suo mito non tramonterà mai, come la frase di Caetano Veloso: “Chi è il più grande musicista popolare? Joao, chi se non lui”.