Giovedì 16 Gennaio 2025
REDAZIONE MAGAZINE

J-Beauty, cosa prevede la formula di bellezza giapponese e cosa cambia rispetto alla K-Beauty

La routine viso nipponica privilegia pochi prodotti, ingredienti naturali e gesti precisi, simili a una cerimonia. Uno degli obiettivi è raggiungere un risultato pulito e non artefatto

J-Beauty - Crediti iStock Photo

J-Beauty - Crediti iStock Photo

Sui social, oltre alla K-Beauty, la bellezza coreana, si parla sempre di più anche della J-Beauty, o bellezza giapponese. Un mix unico di tradizione e innovazione nel campo della cosmesi, con al centro l’idea di una estetica naturale e senza tempo. 

Sapienza antica e tecnologia moderna

La J-Beauty presenta una beauty routine che affonda le sue radici in tempi antichi, quando i rituali erano veri e propri cerimoniali, eseguiti con maestria per rivelare non solo l’estetica, ma anche il mondo interiore di chi li praticava. La pelle, in questa visione, diventa un mezzo per comunicare equilibrio e grazia. Alla base della J-Beauty, pertanto, vi è una filosofia che intreccia benessere mentale e salute fisica. Il successo di questo approccio si deve non solo al fascino della cultura giapponese, ma anche alla sua eccellenza tecnologica. Negli ultimi 50 anni, la ricerca cosmetica nipponica ha sviluppato prodotti che uniscono tradizione e innovazione, rispondendo alle esigenze di consumatori tra i più esigenti al mondo.

I principi fondamentali

Sono tre i concetti principali che guidano la J-Beauty: kanso, semplicità; shibui, bellezza sublime; e seijaku, calma attiva. Di conseguenza, la skincare giapponese privilegia pochi prodotti, ingredienti naturali e gesti precisi, simili a una cerimonia. Uno degli obiettivi è raggiungere un risultato pulito e non artefatto. Secondo questa visione, la pelle ideale si presenta bianca, traslucida e simile alla seta, spesso descritta con l’espressione mochi hada (pelle di mochi), che richiama la morbidezza e il turgore dei tipici dolcetti di riso della tradizione giapponese. Il candore del viso, un canone estetico profondamente radicato, risale all’antica nobiltà giapponese, che utilizzava una polvere chiamata oshiroi per sbiancare la pelle. Nell’immaginario collettivo sono bene impresse figure come quelle delle geishe e degli attori del teatro Kabuki. Ma c’è anche un proverbio popolare valido per tutti: “La pelle bianca copre sette difetti”. Un detto che riflette l’importanza di una carnagione chiara, mantenuta grazie alla protezione solare e a prodotti schiarenti.

La doppia detersione

Tra i passaggi più iconici della J-Beauty c’è la doppia detersione, nata per rimuovere l’oshiroi. Questa pratica inizia con l’applicazione di olio di camelia giapponese per sciogliere il trucco, seguita da un sapone schiumogeno e completata con lavette di seta per una pulizia delicata. Oggi, la doppia detersione è diffusa anche in Occidente, dove è considerata un metodo essenziale per una pulizia profonda, ma delicata.

Routine personalizzata 

A differenza della K-Beauty, famosa per i suoi numerosi step, la J-Beauty non segue schemi rigidi. Il numero di passaggi varia da 4 a 10 e dipende dalle esigenze personali. Di solito, dopo la doppia detersione, si procede con la doppia idratazione, applicando una lozione seguita da una crema sigillante. Altri prodotti, come sieri, contorno occhi o maschere, possono essere integrati secondo le differenti esigenze personali, ma sempre nel rispetto della filosofia giapponese di semplicità ed efficacia.