Sabato 6 Luglio 2024

Colombia, gli ippopotami di Pablo Escobar sono un caso. "Ecosistema a rischio"

Il governo colombiano sta cercando di capire se gli animali dell'ex signore della droga siano un problema o una risorsa

Ippopotami: problema o risorsa?

Ippopotami: problema o risorsa?

Gli ippopotami appartenuti a Pablo Escobar sono oggi al centro di un acceso dibattito fra scienziati e ambientalisti, in Colombia. Quando infatti il signore della droga fu ucciso, nel 1993, il governo colombiano prese possesso della sua principesca tenuta, nel nordovest del paese, che comprendeva anche uno zoo: la maggior parte degli animali presenti fu ricollocata altrove, ma non quattro ippopotami, che furono lasciati liberi di muoversi liberamente in zona. Ora si calcola che il loro numero sia arrivato ad alcune dozzine e si discute se rappresentino un potenziale rischio per l'ecosistema, oppure un vantaggio.  

Gli ippopotami di Escobar

Nel corso degli anni, i quattro ippopotami si sono spostati lungo le sponde del fiume Magdalena, il principale corso d'acqua di Colombia, e si sono riprodotti. Calcolarne il numero esatto è impossibile, ma gli esperti stimano che la popolazione comprenda fra 80 e 100 esemplari, che stia crescendo esponenzialmente e che "nel giro di un paio di decenni, possa raggiungere il migliaio" (parole di Jonathan Shurin, dell'Università di San Diego).  

Perché sono un problema

L'ippopotamo è un mammifero erbivoro africano, dunque la sua presenza in Colombia non è naturale. Ed è proprio questo a impensierire le autorità colombiane, perché gli animali di Escobar minacciano direttamente specie endemiche come lontre e lamantini, modificano la composizione chimica del fiume (si nutrono dell'erba che trovano a riva, ma defecano in acqua) e infine alterano la conformazione delle zone umide creando canali di flusso d'acqua semplicemente spostando i loro pesanti corpi. Senza contare il potenziale rischio per gli umani: gli ippopotami sono molto territoriali e attaccano gli intrusi con grande violenza.  

Cosa fare?

La soluzione al problema non è semplice: l'uccisione degli ippopotami non è vista di buon occhio dagli ambientalisti, che preferirebbero ricorrere alla sterilizzazione oppure al ricollocamento in nuovi zoo. Ma queste due ipotesi si scontrano con il fatto che gli animali sono molto pericolosi, proprio in quanto territoriali, aggressivi e sorprendentemente rapidi, nonostante le dimensioni. Avvicinarli per sedarli e castrarli è un'attività pericolosa, difficile e costosa. Aggettivi che si applicano anche allo spostamento presso gli zoo: al netto dei rischi, si calcola che per il ricollocamento di ogni esemplare siano necessari circa 4mila euro.  

E se invece non si facesse niente?

Gli scienziati si stanno però chiedendo quale sia il reale impatto degli ippopotami sull'ecosistema locale. La loro presenza porta indubbiamente delle conseguenze, questo nessuno lo discute, ma la domanda è quanto significative siano. Uno studio, recentemente pubblicato su Ecology, evidenzia che non sono affatto drammatiche. Proprio facendo tesoro di questi dati, c'è chi ipotizza che la presenza degli ippopotami possa essere positiva. Il punto nevralgico della discussione è che questi animali potrebbero sostituire i grandi erbivori che si sono estinti, in Colombia, nel corso dei secoli. Dunque sì, la composizione chimica delle acque cambia, alcuni pesci potrebbero farne le spese e lo stesso dicasi per lontre e lamantini. Ma tutto ciò potrebbe accompagnarsi alla creazione di differenti habitat fluviali (quelli abitati dagli ippopotami e quelli che non lo sono), con un conseguente aumento della biodiversità. Proprio per queste ragioni l'agenzia colombiana per l'ambiente sta monitorando la situazione da vicino, ricorrendo a esperti, allo scopo di capire come muoversi nel medio-lungo periodo.