Lunedì 21 Ottobre 2024
PIERO DEGLI ANTONI
Magazine

Massimo Lopez: “Io, per primo imitai un Papa. E in Vaticano apprezzarono”

L’attore: “Portai in scena Wojtyla e ora faccio Bergoglio, la mia fede è speciale. Il giorno dell’elezione di Ratzinger, un prelato mi disse: ‘È qui per studiarlo?’”

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Massimo Lopez, 72 anni, torna nei teatri assieme a Tullio Solenghi con “Dove eravamo rimasti?“ (foto Marco Caselli Nirman)

Massimo Lopez, lo spettacolo suo e di Tullio Solenghi ora in tournée in tutta Italia si intitola “Dove eravamo rimasti?”, frase resa celebre da Enzo Tortora quando tornò a condurre ‘Portobello’...

“È una citazione a Tortora per simpatia, ma è anche un modo per riallacciarsi allo spettacolo ‘Tullio Solenghi e Massimo Lopez show’ che abbiamo tenuto, con grande successo, prima del Covid. Un modo per dire: non cambiamo, continuiamo su quella linea”.

Nello show c’è un duetto tra Solenghi-Mattarella e lei come Papa Francesco. I Papi sono la sua specialità, nel campo delle imitazioni...

“Sono stato il primo ad aver imitato un Papa, con Wojtyla. All’inizio c’era un po’ di pudore, poi ho visto che si poteva fare, anzi che ero apprezzato anche nella Chiesa. Il giorno dell’elezione di Ratzinger ero in piazza San Pietro per curiosità. Un alto prelato di Vaticano mi riconobbe in mezzo alla folla, si avvicinò e mi disse: ‘Lei è qui per studiare, vero?’ Immaginava che Ratzinger sarebbe stata la mia nuova imitazione... ”.

Con Wojtyla come andò?

“Ero stato invitato a una cerimonia ufficiale, ero in seconda fila. Il Papa era già in età avanzata. Un cardinale mi avvicinò e mi disse: ‘Il Papa è molto affaticato, pensavamo che la sua omelia la concludesse lei...’”

Lei ha fede?

“Ho una grande spiritualità, anche se la mia fede prescinde dalla dottrina ufficiale della Chiesa. Penso che ci sia un Dio, che non siamo solo materia. Qualche anno fa andai in visita ad Assisi, alla Porziuncola. Ebbi un’emozione così forte che scoppiai a piangere, proprio a singhiozzi. Un prete si avvicinò e mi disse che proprio lì San Francesco aveva avuto l’illuminazione divina. La settimana successiva tornai ad Assisi da Roma, sperando di ritrovare quell’emozione, purtroppo non accadde nulla”.

Non è possibile non pensare ad Anna Marchesini, che con lei e Solenghi formò il leggendario Trio. Come vi conosceste?

“Ognuno di noi lavorava già a teatro, io e Tullio allo Stabile di Genova. Nel 1980, quando cominciai a fare doppiaggio, conobbi Anna. Mi impressionò con la sua personalità così trascinante. Perciò ne parlai a Tullio, che mi disse di averla già incontrata. Nel 1982, quando Radiodue interpellò Tullio per realizzare un programma, lui chiamò me e Anna. Il programma si intitolava ‘Helzapoppin’, doveva durare 15 giorni e andò avanti per due anni”.

“Una telefonata ti allunga la vita”, uno spot che è rimasto storico. Per lei fu una condanna o una gioia?

“Senz’altro una gioia. Durò 7 anni, dal ‘93 al 2000. Quando ero per strada la gente mi fermava: ’Ma allora, ti ammazzano?’ Lo spot divenne così celebre che in quel fortino volevano addirittura farci un ristorante”.

Lei è conosciuto anche per le sue improvvisate...

“Alla ‘Domenica in’ di Mino Damato, dopo il primo sketch uscii fuori in via Teulada, e suonai ai campanelli della casa di fronte. ‘Accendete la tv, tra poco ci siamo noi!’. Le gente rimase sbalordita”.

Eravate i precursori del marketing porta a porta. Faceste qualcosa di simile anche per il vostro primo spettacolo a teatro.

“S’intitolava ‘Allacciate le cinture di sicurezza’, nel 1987. Eravamo noti in tv, ma non sapevamo se la gente sarebbe venuta a vederci. Così prendemmo l’elenco telefonico – allora esistevano ancora – e chiamammo dei numeri a caso, chiedendo all’interlocutore se sarebbe stato interessato. Il sondaggio diede questo risultato: su 10, 8 sarebbero venuti, uno era in dubbio, e uno rispondeva: ‘Non li conosco’”.

Un’altra pietra miliare fu la vostra versione dei ‘Promessi Sposi’, che nacque quasi contro la volontà della Rai...

“La Rai voleva che rifacessimo ‘Fantastico’, ma noi eravamo decisi con i Promessi Sposi. Ci mettemmo un anno a convincere i dirigenti! La scrittura ci prese 6 mesi, e altri 5 per girarli”.

Anni dopo avreste voluto fare anche l’Odissea...

“Fu in occasione della nostra reunion per i 25 anni di attività. Ma i tempi erano cambiati. In Rai ci dissero che avremmo dovuto fare tutto in 20 giorni. Lasciammo perdere”.

Lei ha avuto anche l’onore di cantare con Mina...

“Ero a casa di amici. Mi squillò il cellulare, e una voce mi chiese: ‘Sei Massimo?’ Capii subito che era lei. Mi disse: ‘La tua voce mi piace. Faresti un pezzo con me? Te lo mando, se ti va lo facciamo’. E io risposi: ‘Mi piace già’. Andai a Lugano per registrare. Finito il pezzo, mi invitò a casa sua a mangiare. Una volta arrivati, si mise ai fornelli a spadellare per me. Rimasi choccato”.