Roma, 1 novembre 2024 – Anche dopo l'alluvione in Spagna – come era già successo per il Marocco e il Sahara allagato ma ancora prima ad aprile per le tempeste di Dubai – torna ad aleggiare la solita domanda: ma c'è un rapporto di causa ed effetto con l'inseminazione delle nuvole (cloud seeding)? Che cosa c'è di vero in questa affermazione che è stata riportata anche da meteorologi?
Lo abbiamo chiesto a Sandro Fuzzi del Cnr. Che non ha dubbi: "Un rapporto di causa ed effetto tra inseminazione delle nuove e alluvioni è una cosa non vera”.
Che cos’è l’inseminazione delle nuvole
"L’inseminazione delle nuvole – chiarisce lo scienziato - è un'iniezione di particelle, la più comune è lo ioduro d’argento. In questo modo si stimola la formazione di più goccioline, che quindi dovrebbero avere una maggiore propensione a ingrossarsi e a provocare la pioggia. È dagli anni Cinquanta che si tenta di fare questo trattamento. Alcune volte è riuscito, altre no, non c'è una risposta definitiva sulla capacità di questa tecnica di riuscire a provocare la pioggia”.
Pioggia artificiale, quali sono i paesi leader
Ma quali sono i paesi leader nel mondo? “Senz'altro Israele è il primo a farne uso – chiarisce Fuzzi -. Anche negli Usa ci sono enti di ricerca e imprese che mettono in campo queste tecnologie, come negli Emirati e in passato anche in Sudafrica”.
Russia e Cina, un punto interrogativo
"Poi c'è il
punto interrogativo su Russia e Cina – aggiunge il ricercatore del Cnr -. Si sa che queste tecniche vengono utilizzate ma non arrivano mai i risultati. Lo abbiamo visto anche quando hanno cercato di evitare la pioggia per 15 giorni durante le Olimpiadi di Pechino. Alla fine non è piovuto davvero ma non si sa bene che cosa sia successo. Se è inquietante? Userei un’altra espressione, direi che è una prassi comune, questi paesi non fanno mai avere i dati perché sono considerati informazioni che hanno a che fare con la sicurezza nazionale”.I costi del cloud seeding
Naturalmente l’inseminazione delle nuvole è una tecnica costosa, “perché servono aerei e dev’esserci un team che studia l’evoluzione e decide quando intervenire”. Ma è possibile praticarla tutto l'anno? “Dipende da dove ci troviamo – è la risposta del ricercatore Cnr -. E poi le nubi devono avere già una certa potenzialità”.
Perché le nuvole sono importanti
E dal punto di vista scientifico, che cosa ci raccontano le nubi? “Sono interessanti perché hanno un'influenza sul clima, perché riflettono le radiazioni solari e quindi sono un elemento di raffreddamento della terra”. In altre parole, spiega Fuzzi, “se non ci fossero, sarebbe più caldo. A livello internazionale si sta studiando questo fenomeno. Sono un sistema molto complesso. Mentre per altre componenti del clima abbiamo già certezze, per le nuvole c’è ancora molto da capire”.