Un report commissionato dall'Unione Europea afferma che l'inquinamento atmosferico è ormai diventato il pericolo ambientale numero uno per la salute pubblica: ogni anno, sostiene il relatore Janusz Wojciechowski, la scarsa qualità dell'aria è responsabile di circa 400mila morti premature in tutto il territorio europeo (oltre mille al giorno). Dieci volte più di quanto facciano gli incidenti automobilistici. Il problema è che all'entità della minaccia per la nostra salute non corrisponde un'azione altrettanto massiccia da parte dei singoli governi al fine di ridurre l'inquinamento.
DATI PREOCCUPANTI, MA NON SEMPRE CREDIBILI
Il monitoraggio non è stato purtroppo uguale in tutta Europa: presentando il report ai membri della Corte dei conti europea, i relatori hanno sottolineato che non tutte le centraline sono state utilizzate in maniera corretta e che dunque i dati "non sono sempre credibili". C'è stato anche un evento eclatante: la centralina posizionata vicino agli uffici della commissione europea di Bruxelles è stata disattivata nel 2008 per facilitare alcuni lavori, ma non è stata mai rimessa in funzione. Fino a che è rimasta attiva ha comunque registrato livelli molto alti di diossido di azoto.
OCCORRE FARE DI PIÙ
Janusz Wojciechowski sottolinea che le direttive della EU sono molto più permissive di quelle adottate dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Ciononostante, molti paesi dell'Unione le disattendono in modo costante. La richiesta degli studiosi è dunque duplice: intanto a posto in essere un sistema di controllo e pressione più efficace, nei confronti degli Stati inadempienti. Inoltre vanno adeguate le normative europee a quelle dell'OMS, che sono più severe soprattutto riguardo i valori dei particolati (PM10 e PM2,5) e del biossido di zolfo.
COSA FARE?
Il fatto che il report sia stato presentato alla Corte dei conti è significativo: si tratta infatti dell'organo che esamina le entrate e le spese dell'Unione e dei suoi organi e che ne controlla legittimità, regolarità e gestione finanziaria. Assume dunque un valore ancora più importante l'invito, espresso dai relatori, ad accelerare le procedure di infrazione e a considerare la lotta all'inquinamento atmosferico "come una priorità. Speriamo che nel prossimo periodo finanziario lo diventi".
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