Martedì 12 Novembre 2024
Roberto Giardina
Magazine

Incoronazione Carlo, l’olio di Gerusalemme e i paramenti. Simboli sacri del potere terreno

Il rito rappresenta la realizzazione della volontà di Dio. Ogni pietra preziosa ha un significato preciso

Londra, 5 maggio 2023 – Il re di Gran Bretagna non ha potere, ma ha prestigio e autorità. È un simbolo e ha dunque bisogno di una consacrazione, viene incoronato in una chiesa, ogni oggetto come su un altare è a sua volta un simbolo. Non lo comprese la principessa Diana. Chi sposa colui che è destinato a diventare re entra far parte a sua volta del simbolo. Deve rispettarlo e rispettare se stessa. Diana era una giovane donna e si sentì soffocata da un rituale per lei privo di significato.

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Quanti vedranno in mondovisione l’incoronazione di re Carlo III saranno abbagliati da vesti, bastoni regali, da una corona tempestata di pietre preziose. Ma non vedranno quel che resta dietro quello che considerano uno spettacolo. Ogni tessuto, gemma, oro o argento ha un significato preciso, a sua volta simbolico ed essenziale.

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Un fiume di persone sotto le bandiere dell'Unione e del Commonwealth lungo il Mall (Afp)
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Carlo sarà unto con un olio sacro, il Chrisma, che proviene da Gerusalemme, prodotto secondo una formula rispettata da secoli. Gli ingredienti sono noti ma non la loro miscela, né l’ordine in cui verranno mischiati. L’olio proviene dal Monte degli Ulivi, e da due alberi. Uno cresce vicino al Monastero di Santa Maddalena, dove è sepolta la principessa Alice di Grecia, la sfortunata madre di Filippo, il padre di Carlo. Un altro particolare per ribadire il legame del re di Gran Bretagna con la Terra Santa. Il secondo albero si trova presso le mura del monastero dell’Ascensione. All’olio vengono mescolate essenze di rosa, gelsomino, fiori d’arancia, e ambra, cannella, sesamo. Il Chrisma viene consacrato dal patriarca di Gerusalemme Theophilous III e del vescovo anglicano della città Hosam Naoumdurante, durante una cerimonia al Santo Sepolco. Fu usato anche per ungere la regina Elisabetta e domani dall’arcivescovo di Canterbury Justin Welby per Carlo e sua moglie Camilla.

L’unzione del capo, il petto e le mani del sovrano è la parte più sacra della cerimonia. Simboleggia la realizzazione della volontà divina. Per questo avverrà al riparo di un baldacchino, che la nasconderà alla vista del pubblico.

Anche le vesti del sovrano rispettano una precisa liturgia, sono da paragonare a paramenti sacri. La tunica senza manica, la Pool of Gloth of Gold, il cone di luce di tele aurea, è intessuto con fili d’oro secondo un ricamo secolare che risale al Medioevo.

Sopra la tunica, Carlo indosserà il mantello imperiale di color cremisi, uguale a quello indossato da Re Giorgio IV nel 1821, da Giorgio V nel 1911, e nel 1937 da Giorgio VI. E da sua madre Elisabetta. È un mantello che indossa il sovrano, sia uomo o donna.

La corona di Santo Edoardo, infine, è da secoli il simbolo più importante della famiglia reale di Gran Bretagna, siano oggi i Windsor, ma in realtà sono i tedeschi Coburg, come tedeschi erano gli Hannover.

È riprodotta nello stemma reale del Regno Unito, e negli stemmi delle forze armate. Ha un cappuccio di velluto, una fascia in ermellino, e il bordo in oro massiccio. E viene conservata nella Torre di Londra. Fu realizzata per re Carlo II nel 1661 per sostituire la corona precedente che risaliva al XI secolo e incoronò Edoardo il Confessore, l’ultimo sovrano anglosassone. Venne fusa dopo l’esecuzione di re Carlo I ordinata da Oliver Cromwell. Una corona legata dunque al nome di Carlo, che non ha voluto cambiare il suo salendo sul trono.