Con la scomparsa della regina e l’avvento del nuovo re, che futuro ha la monarchia in Gran Bretagna?
"Ci sono molti sondaggi commissionati in queste ultime settimane che dicono che la popolarità della monarchia sta crollando – risponde Robert Hazell – . L’indagine Ipsos vede il supporto per la Casa Reale intorno al 55%, un tonfo dall’88% degli anni ’70. Di certo i guai che la famiglia reale ha attraversato di recente e la scomparsa di una regina che per molti rappresentava la monarchia stessa, hanno dato un duro colpo all’istituzione".
A che guai si riferisce?
"Beh, senza voler entrare nel merito individuale dei vari membri della famiglia, i guai in cui si è trovato il principe Andrea e le ripetute accuse ai parenti da parte del principe Harry di certo non hanno contribuito a rinvigorire l’immagine della monarchia".
Sempre più giovani si dicono indifferenti, se non contrari alla monarchia. La trovano feudale, datata. Lei cosa ne pensa?
"Penso che i giovani trovino sempre quasi tutto datato. Ma poi invecchiano, e cambiano. In tutti i sondaggi fatti finora, anche quelli di 40 anni fa, i giovani erano sempre i meno convinti. Poi crescendo i gusti e le idee cambiano, e si trovano a supportare il sistema della monarchia come una cosa che alla fine funziona. Ma tutte le monarchie oggi hanno bisogno del sostegno del pubblico per sopravvivere. Se un giorno quello dovesse non esserci più, allora ci sarebbe davvero da preoccuparsi".
Il movimento repubblicano sostiene di non aver mai avuto così tanti iscritti. Pensa che la Gran Bretagna un giorno possa diventare una repubblica?
"Direi che siamo ancora lontani dal diventare una repubblica".
La scarsa popolarità della monarchia può secondo lei ricondursi anche alla ricchezza della famiglia reale, e ai costi dell’incoronazione, in un momento in cui le famiglie normali fanno fatica ad arrivare alla fine del mese?
"Beh, la famiglia reale viene finanziata dal governo con quello che si chiama il “Sovereign grant”. Nell’ultimo anno hanno percepito 86 milioni di sterline (poco più di 90 milioni di euro) che vanno a mantenere le residenze reali, le attività della famiglia reale e la loro sicurezza. Ma lo splendore, che può dare fastidio in questi tempi di crisi, non è loro: è nostro. Di tutti noi, del Paese. Inoltre, i reali portano alla Gran Bretagna grossi introiti a livello di turismo e a testa, per ogni contribuente, costano circa 2 sterline all’anno: il prezzo di un caffè. Ognuno può decidere se li valgono o no".
Visto il lento declino della monarchia, anche nel Commonwealth, secondo lei George o addirittura William potrebbe essere l’ultimo re?
"È una domanda difficile. Il Commonwealth e i 14 reami di cui Carlo è ancora re possono essere difficili da gestire, come vediamo con l’Australia e la Giamaica. Ma questo Paese ha legami profondi con la monarchia, fa parte del nostro Dna. Tutto può cambiare, ma mi sembra forse troppo presto per pensare a cambiamenti drastici".