
Giovanni Storti insieme alla divulgatrice scientifica Arianna Izzi con cui ha ideato la piattaforma Immedia Entrambi saranno protagonisti da oggi a ’Fa la cosa giusta’ a Fiera Milano Rho per parlare di ambiente e di una nuova consapevolezza per provare a salvare il Pianeta
Al bivio della Pandemia, ha imboccato una nuova strada. Molto più vicina all’ambiente e al rispetto per il Pianeta in cui viviamo. Un incrocio filosofico e di vita. Che non ha cambiato, ma semplicemente aiutato Giovanni Storti a focalizzare la sua attenzione sulla sostenibilità, sulla natura, su una vita in cui si spreca e si consuma di meno. "Ogni giorno in Africa una gazzella si sveglia e inizia a correre..." spiegava Giovanni ad Aldo nel film ’Così è la vita’ e, ogni giorno, l’attore milanese corre la sua personale maratona di comunicazione e divulgazione per far comprendere al maggior numero di persone le meraviglie del nostro Pianeta e generare consapevolezza grazie al racconto di importanti tematiche ambientali.
Giovanni, chi è Arianna Izzi e cos’è Immedia? "Arianna Izzi è divulgatrice scientifica e direttrice editoriale di Immedia. Con lei è nata questa piattaforma che affronta sfide e cambiamenti, promuovendo soluzioni e azioni positive volte a lasciare delle ’impronte più leggere’ sui nostri sentieri. Al centro di tutto c’è l’informazione che fa riferimento a esperti, naturalisti e divulgatori. La nostra missione è creare consapevolezza. E provare a diffondere un modello più responsabile del mondo, che possa essere di ispirazione e rivoluzione".
Cosa significa per lei la parola ’sostenibilità’? "Credo fortemente che sostenibilità voglia dire ’non sprecare’ e consumare in maniera corretta. Essere sostenibili, nella sostanza, significa voler aiutare e amare l’ambiente. Purtroppo su tutto vincono ancora il capitalismo e il consumismo, approcci che hanno modificato i comportamenti umani peggiorando il loro impatto sul Pianeta".
Immedia sarà protagonista – da oggi a domenica – a ’Fa la cosa giusta’ (Fiera Milano Rho). Per dire cosa? "Lo spazio a noi dedicato si chiamerà ’L’Albero Custode’, e accoglierà al suo centro un imponente albero Habitat e offrirà al pubblico un ricco programma di approfondimento, con panel presieduti da personalità illustri del mondo scientifico".
Lei oggi si divide tra Milano e Monferrato. Dove va il suo cuore? "Sono milanese e vivo a Milano. Ma da qualche anno abbiamo messo in piedi una piccola ’comunità’ di sei famiglie in campagna sulle colline del Monferrato. Amo questi luoghi e soprattutto amo stare immerso nella natura. Mia moglie – dietro i video che vedete sui social c’è la sua regia (sorride...) – e le mie figlie, così come i nostri amici, condividono con me questa passione per questo luogo che è velocemente diventato il nostro ’posto del cuore’".
Ma lei ha sempre avuto un approccio salutistico e green alla vita, non è così? "Sì, io sono uno sportivo. Adesso mi dedico alla corsa, ma in gioventù ho giocato a calcio fino alla Promozione. Non ero un gran che... Certo sono stato abituato fin da piccolo a camminare: da bambino con i genitori andavamo sulla montagna sopra Lecco, era bellissimo. Una natura rigogliosa, mi sembrava di essere in Amazzonia. Devo dire che il periodo del lockdown mi ha permesso di stare in campagna e quindi di tornare a vivere quelle emozioni della mia infanzia e quella meraviglia della natura che si svela a tutti noi e che provo a condividere con chi mi segue".
L’esercizio ginnico è stato anche propedeutico alla sua carriera d’attore, non è così? "Diciamo che, nel mio lavoro a teatro e al cinema, ho spesso messo il corpo a disposizione della comicità".
Ovvero l’acrobazia teatrale? "Sì proprio quella. Pensi che ho tenuto anche un corso di questa ’disciplina’ alla Civica scuola d’arte drammatica di Milano".
E oggi invece, c’è spazio e tempo per Giovanni Storti da dedicare al palcoscenico o al piccolo e grande schermo? "Ma sì, naturalmente. Con Aldo (Baglio) e Giacomo (Poretti) stiamo continuando a lavorare. Certo non con la stessa consuetudine e frequenza di prima, ma tant’è. Comunque abbiamo un importante progetto che è un documentario sulla storia di noi tre, raccontata in maniera molto nuova e originale. Uscirà in autunno sotto la regia di Sophie Chiarello. Sarà prima al cinema e poi sulle varie piattaforme".
Senta, tornando alla sostenibilità... e l’Inter? "Ah, ah, ah. L’ha detto. Davvero credo che il calcio non sia più ’sostenibile’. Questi ragazzi giocano davvero troppo ed è praticamente impossibile trovare la continuità di rendimento e di risultati. L’Inter è forte, ma a volte discontinua. Del resto è più che comprensibile. Perché – a questi livelli – servono un’attenzione e una concentrazione spaventose. Ma è lì a lottare. E non è poco".