di Federica Damiani
SAN CASCIANO DEI BAGNI
(Siena)
Proprio l’ultimo giorno della campagna di scavi a San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena, il fango caldo ha restituito alla luce un altarino con un’iscrizione di età imperiale che comincia con l’inequivocabile Apollini sacrum pro salute... Si tratta di un’offerta votiva ad Apollo per la cura di Triaria, forse una liberta molto ricca, guarita grazie alle acque termali. Di queste stele votive ne sono state rinvenute solo tre nel corso dei secoli, tra le quali un’altra sempre dedicata alla guarigione di Triaria.
L’ultimo ritrovamento conferma quindi la presenza di un grande santuario dedicato al dio Apollo che risalirebbe alla Roma Imperiale e che si trova proprio in una zona ricca di polle termali. Oggi come allora l’area degli scavi a San Casciano dei Bagni denominata Bagno Grande, viene mantenuta come luogo pubblico dove le persone vanno, si immergono e si curano con le acque. E questo aspetto di connotazione pubblica regala un’unicità.
"La scoperta è importante per più motivi. Ci aiuta a ricostruire l’agiografia di Apollo – spiega Jacopo Tabolli, funzionario della Soprintendenza di Siena che ha seguito la campagna di scavi –. San Casciano dei Bagni si trova al confine tra Lazio, Umbria e Toscana e il santuario di Apollo potrebbe segnare un crocevia ed anche una conquista. Non a caso la figura di Apollo sostituisce quella di Ercole in molti casi. È un percorso verso la romanizzazione".
I ricercatori hanno rinvenuto simboli di questo culto salvifico che vanno dal I secolo avanti Cristo al II secolo dopo Cristo. Ad esempio delle colature di bronzo a forma di orecchie o di dita. In epoca etrusca Apollo è il corrispondente di Aplu, la figura celeste legata ai fenomeni meteorologici e a quella di Suri, la figura oscura legata al mondo degli inferi. E proprio a questa si usava offrire il piombo, colandolo nelle viscere delle terra. Il fatto che siano dei voti a forma di parti del corpo umano fa pensare ancora una volta che questa acqua fosse considerate davvero miracolosa e curativa.
Se si pensa alla toponomia poi, proprio nell’area degli scavi un casale mantiene il nome di ‘Monte Santo’.
Andrea Muzzi, soprintendente archeologia e belle arti per Siena, Arezzo, Grosseto ha commentato: "Si tratta di una scoperta epocale per San Casciano e questo pezzo di Toscana. Abbiamo finalmente la certezza che in questa valle sacra un grande santuario dedicato ad Apollo circondasse le sorgenti più calde. Peraltro è una splendida metafora: dopo questi difficili mesi di pandemia, uno scavo in concessione sul nostro territorio riporta alla luce un santuario salvifico dedicato ad Apollo. Un meraviglioso augurio per l’inizio di grandi stagioni di scavi e una scommessa per la cultura in questi tempi difficili".
Per il sindaco del comune termale Agnese Carletti adesso si apre uno scenario nuovo. "Vogliamo rendere fruibile l’area il prima possibile – ha dichiarato -. Sarà una fruizione lenta e non impattante ma sarà un’esperienza unica immergersi nelle acque termali all’interno di un parco archeologico".
Gli scavi a questo punto si fermano per ricominciare a settembre. Oltre all’Università di Siena sono coinvolte quelle di Pisa, Dublino e Cipro. E proprio gli addetti ai lavori lanciano un appello. "La responsabilità della cultura di questo Paese non può essere solo a carico delle amministrazioni pubbliche. Lo strumento dell’Art Bonus con gli sgravi fiscali più adeguati dovrebbe invogliare le aziende private a scommettere sul recupero delle ricchezze dell’Italia".