Sabato 27 Luglio 2024
GIUSEPPE DI MATTEO
Magazine

Il riscatto del clochard e la signora. Yeom

In Corea del Sud i minimarket sono una cosa seria. Simili ai celeberrimi off-licence britannici, sono aperti 24 ore su...

Il riscatto del clochard e la signora. Yeom

Il riscatto del clochard e la signora. Yeom

In Corea del Sud i minimarket sono una cosa seria. Simili ai celeberrimi off-licence britannici, sono aperti 24 ore su 24 e vendono un po’ di tutto. Ma sono anche un interessante microcosmo sociale che ricongiunge frammenti di esistenze lontane e che difficilmente si incontrerebbero altrove. Proprio uno di questi negozi variopinti e suggestivi è il teatro di una storia che nel Paese asiatico ha riscosso un incredibile successo: ‘Il minimarket della signora Yeom’ di Kim Ho-Yeon (269 pag. 18 euro) è stato infatti il romanzo più venduto in Corea del Sud nel 2021. E le copie acquistate sono state oltre un milione. Numeri da capogiro, che però non hanno minimamente scalfito la tranquilla quotidianità dello scrittore. "Nella mia vita non è cambiato niente – spiega –. Sono sempre stato una persona umile". La storia che racconta è quella di Dokko, un senzatetto smemorato che vedrà la sua vita cambiare a seguito di una buona azione, la restituzione di una borsetta contenente alcuni documenti preziosi alla sua legittima proprietaria, la signora Yeom, che gestisce un minimarket a Seoul. Sarà proprio lei a dare a Dokko una seconda possibilità, dopo una vita da vagabondo, permettendogli di lavorare nel suo negozio.

Un inno all’umanità ritrovata?

"Può darsi. Dobbiamo riscoprire il senso della gentilezza e delle cose belle, che esistono nonostante le brutte notizie che ascoltiamo ogni giorno al telegiornale".

La sua storia è uno spaccato della società coreana, dove i minimarket sono molto diffusi. Per questo ne ha scelto uno?

"In fondo sì. I minimarket in Corea del Sud sono quasi banali. La storia di un senzatetto che ci lavora però può apparire paradossale. Ed era il mio obiettivo: volevo mettere insieme, con ironia, normalità e paradosso".

È pensabile una storia come la sua nel mondo reale?

"Ovviamente parliamo di un’opera letteraria, dove la fantasia è una componente fondamentale. Ma perché no?".

Il titolo originale del romanzo è ‘Un minimarket scomodo’. Perché scomodo?

"Il minimarket è un mondo particolare. Può essere rassicurante, ma anche scatenare conflitti. E nel mio romanzo ce ne sono tanti. La società è fatta anche di questo".

Come ha disegnato Dokko e la signora Yeom?

"Sono personaggi reali e ideali allo stesso tempo. Ma volevo mettere in risalto soprattutto la loro imperfezione, che fa rima con la gentilezza di cui sono provvisti. E non sono i soli, ce ne sono anche altri. Ognuno di loro vive dei conflitti, a volte anche familiari".

Dal romanzo al film il passo è breve?

"Del romanzo esiste già un’opera teatrale. Entro l’anno è prevista una serie tv. Un k-drama".

Che impronta vuole lasciare con il suo romanzo?

"Vorrei far capire che la vita è fatta di relazioni, a volte inaspettate, ed è quello che capita a Dokko con la signora Yeom. Ma ogni relazione si basa anche sulla comunicazione. Dobbiamo essere gentili verso gli altri, è l’unica strada possibile per vivere bene".

Dica la verità: quando entra in un minimarket pensa di incontrare Dokko e la signora Yeom?

"(Ride). Non saprei. A volte forse sì".