Lunedì 12 Agosto 2024
STEFANO MARCHETTI
Magazine

Il museo della Venere nera. Sguardo alto, passo sicuro supermodel libera e unica. Naomi si mette in mostra

Il Victoria & Albert celebra i quarant’anni di carriera di Campbell: l’eleganza di cento look di haute couture, le tante battaglie per i diritti.

Il museo della Venere nera. Sguardo alto, passo sicuro supermodel libera e unica. Naomi si mette in mostra

Il Victoria & Albert celebra i quarant’anni di carriera di Campbell: l’eleganza di cento look di haute couture, le tante battaglie per i diritti.

Roma, 13 agosto 2024 – Un’icona? Di più, un archetipo, ovvero il modello di ogni modella. "Naomi Campbell è riconosciuta internazionalmente come una supermodel, un’attivista, una filantropa e una creativa, e tutto questo fa di lei una delle più prolifiche e influenti figure della cultura contemporanea", sentenzia Sonnet Stanfill, curatore del Victoria & Albert Museum di Londra, uno degli istituti culturali più famosi per le arti applicate, il design e la moda.

E quella che il V&A dedica a Naomi: in fashion non è dunque soltanto una mostra (peraltro a lunghissima tenitura: chiuderà il 6 aprile 2025) e non è solo una celebrazione per 40 anni di carriera, ma è quasi una consacrazione agli altari della storia del costume. Cento look di haute couture (un guardaroba di firme stellari, da Versace a Valentino a Ferré, da Jean Paul Gaultier a Karl Lagerfield) ripercorrono la carriera della ragazza di Streatham, a sud di Londra, che è divenuta la “Venere nera“ delle passerelle, tanto ambita dagli stilisti quanto inseguita dai paparazzi.

Era ancora una bimba quando apparve in un video di Bob Marley, ma la sua vita cambiò a 15 anni, quando l’agente Beth Boldt la scoprì in un gruppo di amiche che facevano shopping. Due anni dopo, quella ragazzina era già sulla copertina di Vogue. E così – racconta la mostra – "divenne Naomi". Ecco allora l’abito da cocktail con piume indossato sulla passerella di Yves Saint Laurent nel 1987: "Dio benedica Yves – ha detto Naomi –, uno stilista che ha veramente aiutato le donne di colore".

Proprio per lei e per alcune colleghe, come Christy Turlington, Cindy Crawford, Tatjana Patitz e Linda Evangelista, nei primi anni ‘90 venne coniato il termine “supermodel“. "Superlativo è sempre stato il suo “walk“, il suo passo, il suo portamento", aggiungono i curatori: anche quando nel 1993 Vivienne Westwood la fece sfilare con un paio di scarpe dal doppio plateau e lei fece un ruzzolone in passerella. Quelle scarpe blu sono entrate subito nelle collezioni del V&A Museum.

La mostra ricorda il legame creativo con Azzedine Alaïa, designer tunisino di stanza a Parigi, con cui Naomi per qualche tempo condivise anche l’abitazione. E ci porta con lei a New York, e sul set di servizi di moda firmati dai più grandi fotografi: "Naomi rende glamour qualsiasi cosa indossi", dicono al museo, al punto che ha fatto diventare cool anche una tuta protettiva e una mascherina con cui l’hanno vista viaggiare nel periodo del Covid.

Fra le creazioni più incredibili, l’abito Andy Warhol creato per lei da Gianni Versace, il “Gold dress“ disegnato da Sarah Burton per Alexander McQueen, indossato alla chiusura delle Olimpiadi di Londra 2012, fino al “Silver cape“, il mantello di Kim Jones per Fendi alle sfilate primavera estate 2021, e il pink ensemble firmato da Pierpaolo Piccioli per Valentino, con cui Naomi ha conquistato anche l’eccentrico MetGala.

Nella mostra – realizzata in coproduzione con la stessa Campbell – il gossip resta fuori dalla porta. Non ci troverete gli amori di Naomi, e non si enfatizzano le sue serate turbolente o le troppe indulgenze alle droghe, ma un “capitolo“ è dedicato comunque a un episodio che ha riempito le cronache: nel 2007 Naomi dovette sottoporsi a cinque giorni di servizio civile per aver scagliato il suo telefono contro una collaboratrice, e l’ultimo giorno lasciò la comunità fasciata in uno scintillante abito Dolce & Gabbana. "I paparazzi erano lì ad aspettarmi: ho voluto uscire a testa alta", ha raccontato la modella.

"Io non sono un essere umano perfetto – ha ammesso –, devo imparare dai miei errori. E molti li ho fatti in pubblico". In compenso, la mostra ricorda il suo impegno per i diritti, l’abbraccio con Nelson Mandela che l’ha ispirata a fare della sua celebrità uno strumento di cambiamento sociale, le campagne con la Black Girls Coalition o The Diversity Coalition, la sua iniziativa globale Emerge per valorizzare nuovi talenti creativi. E un’installazione interattiva invita tutti i visitatori a provare a sfilare come Naomi, perfino con i suoi consigli: "Sguardo alto, braccia libere, portamento sicuro. E ora, 3, 2, 1. Vai!"