Venerdì 10 Gennaio 2025
REDAZIONE MAGAZINE

Il mio sogno nel cassetto

Attrice, comica, cantante, Beatrice Arnera è ora nei cinema di tutta Italia con Dove osano le cicogne, per la regia...

Beatrice Arnera in scena durante il tour Pronto, Freud?, spettacolo one woman show

Beatrice Arnera in scena durante il tour Pronto, Freud?, spettacolo one woman show

Attrice, comica, cantante, Beatrice Arnera è ora nei cinema di tutta Italia con Dove osano le cicogne, per la regia di Fausto Brizzi in cui recita il ruolo di Luce. L’artista, piemontese d’origine e romana d’adozione, ha appena concluso il tour dello spettacolo Pronto, Freud? incentrato sui piccoli traumi della vita quotidiana di una trentenne. "La piece– racconta – è frutto delle mie sedute di psicoterapia ed è nata con l’intento di portare in scena questioni spinose, come la maternità, lette con il filtro dell’ironia".

Essere mamma è un tema del tuo spettacolo, che valore ha per te?

"La maternità è una parte dello show perché è il mio presente. Insieme al mio compagno Andrea (Andrea Pisani del duo comico i PanPers ndr) abbiamo cercato un figlio - con non poche difficoltà– perché lo desideravamo tantissimo, ma al momento noi madri lavoratrici indipendenti non siamo assolutamente tutelate. Fare un figlio oggi in Italia è un atto di grande coraggio. É una battaglia che non non dobbiamo smettere di combattere, anche cercando aiuti altrove. Usando appunto l’ironia mi viene da dire, sceglietevi dei buoni nonni".

La recitazione è un modo per esorcizzare il dolore?

"Nello specifico no, è forse più un mezzo di sintesi per tutto ciò che è già stato analizzato. Non direi che esorcizza, ma che permette di rielaborare. In realtà per me la chiave è l’umorismo, che permette di trattare argomenti complessi con leggerezza, senza però essere superficiali".

Cinema o teatro? Dov’è il tuo cuore?

"Ho cominciato a recitare da molto piccola, è iniziata per gioco e poi ho capito che sarebbe potuto diventare un lavoro. E questa è una domanda che mi mette sempre in difficoltà. Come chiedermi di scegliere tra la lasagna e il tiramisù. Hanno linguaggi diversi che richiedono anche preparazioni differenti. Mi piace stare in entrambe le situazioni. Il teatro mi dà la risposta diretta del pubblico che è impagabile. Mentre il cinema mi regala tanta introspezione, la possibilità di concedermi espressioni e sfumature che il teatro non ti permette. La telecamera ti osserva e cattura tutto".

Qual è stato il ruolo che ti ha messo più in difficoltà?

"Forse Luce, il mio ultimo ruolo. Avevo partorito da due mesi, ero una mamma che allattava. Le madri che allattano sono sempre anime sole. Per fortuna, ho potuto permettermi un aiuto esterno, poiché se avessi dovuto contare sulle istituzioni, sarei stata perduta. È stato complesso anche perché Luce è di Barcellona e parla in catalano. Ho dovuto fare uno studio sulla lingua molto interessante. Recitare in una lingua che non è la tua può esporti al rischio di non risultare mai credibile, perché se dici frasi di cui non sai il significato, come puoi far passare una verità o un’intenzione? É stato impegnativo".

Il ruolo in cui invece ti sei divertita di più?

"Mi sono divertita molto con Odio il natale, serie Netflix di Chiossone, insieme a Pilar Fogliati. Io e Pilar siamo amiche da tutta la vita, ritrovarci a lavorare insieme e interpretare due migliori amiche è stato come fare un pigiama party costante. Poi quando lavoro con Chiossone sono veramente contenta perché è una regista e una donna eccezionale".

Quali sono le difficoltà che incontra un’attrice nel mondo del cinema?

"Il problema non è solo nella recitazione. È alla base del sistema. Dal mondo dell’audiovisivo – in cui le donne che lavorano al montaggio devono faticare di più per imporsi – alla sceneggiatura. É un lavoro in cui gli uomini statisticamente sono di più e dunque trovare un personaggio femminile con un ruolo protagonista scritto bene, è impresa ardua. Ci si concentra maggiormente su quelli maschili".

Quali donne apprezzi del mondo del cinema?

"Paola Cortellesi che con il suo ultimo film ha fatto un capolavoro. Virginia Raffaele poiché è un’artista a tutto tondo".

Un sogno nel cassetto?

"(Ride) Ariana Grande mi ha rubato il sogno della vita: Glinda in Wiked. Io amo Ariana Grande e sono una sua fan (ride nuovamente), ma me lo ha portato via. Aspetto allora un musical tutto italiano e io mi propongo come protagonista. Una versione di Aggiungi un posto a tavola per il Grande schermo, io sono disponibile".