di Pupo
Sto scrivendo dal camerino del Petter Club di Mosca. Un locale esclusivo che può accogliere un massimo di ottanta persone. Mi esibirò qui per tre serate. I biglietti, nonostante costino più di 500 euro l’uno, sono andati a ruba. In città si comincia a respirare un’aria nuova ed io, imperterrito e sempre più convinto che le armi torneranno presto a tacere, continuo a cantare a squarciagola il mio “inno” di Pace. Lo stesso “Inno” con il quale l’anno prossimo festeggerò (spero con questo conflitto alle spalle e con la possibilità di cantarlo anche a Kiev) i miei 50 anni di carriera. Forza amici, cantiamolo tutti insieme che porta fortuna: “Su di noi nemmeno una nuvola”.