Lunedì 25 Novembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

'Il legionario', arriva al cinema un potente esordio alla regia

Hleb Papou, nato in Bielorussia e cresciuto in Italia, firma un film che inquadra le contraddizioni della società multietnica italiana: in sala dal 24 febbraio

Foto: MACT Productions/Clemart

Foto: MACT Productions/Clemart

Ha alcune ingenuità tipiche dell'esordio, ma anche una forza e un'originalità molto apprezzate dalla critica: stiamo parlando del film 'Il legionario', primo lungometraggio di Hleb Papou, trentenne, nato in Bielorussia, cresciuto in Italia e premiato come migliore regista esordiente al Festival di Locarno 2021. Giovedì 24 febbraio il suo debutto esce nelle sale cinematografiche italiane ed è dunque arrivato il momento di parlarne diffusamente.  

'Il legionario', tutto sul film

Partiamo dalla trama: il racconto è ambientato nella Roma dei giorni nostri. Al centro della scena il giovane Daniel, italiano di seconda generazione (i genitori sono camerunensi) che diventa poliziotto ed entra nel Primo Reparto Mobile, conosciuto con il nomignolo di Celere e spesso impegnato a gestire con le cattive l'ordine costituito. Daniel è l'unico poliziotto di colore e questo talvolta cozza con il machismo bianco dei colleghi. Niente di troppo grave, per Daniel, che regge botta e punta a integrarsi. Un giorno, però, il suo reparto viene incaricato di sgombrare un palazzo occupato in cui vivono 150 famiglie: una è la sua, e suo fratello è fra i membri più attivi nel comitato degli occupanti. Come reagirà il nostro protagonista? 'Il legionario' nasce dal cortometraggio 'The Legionnaire' (2017), co-scritto e diretto da Hleb Papou, e accolto con molto interesse nel circuito dei festival di cinema. La trasformazione in lungometraggio è avvenuta confermando Papou nel doppio ruolo di regista e sceneggiatore, Germano Gentile in quello di attore protagonista e Giuseppe Brigante ed Emanuele Mochi in qualità di co-sceneggiatori. Una continuità che ha pagato.  

Il trailer

 

Le recensioni, cosa ne pensa la critica

Hleb Papou è un nome da tenere d'occhio, perché capace di mettere in scena una complessità non facilmente risolta o banalmente retorica: volendo riassumere, è questo il principale pregio rintracciato dalla critica, che, pur sottolineando alcune ingenuità nel racconto, le ha però derubricate come figlie dell'inesperienza tipica di chi esordisce e non tali da rovinare un film che nel complesso colpisce nel segno e non lascia indifferenti.