
Bisogna perdersi per potersi ritrovare. Ogni volta che si entra in un labirinto, si intraprende una sfida prima di tutto...
Bisogna perdersi per potersi ritrovare. Ogni volta che si entra in un labirinto, si intraprende una sfida prima di tutto con se stessi: un labirinto si può affrontare come un gioco o una scoperta, ma anche come un viaggio interiore. Il Labirinto della Masone di Fontanellato (Parma) compie dieci anni: fu il sogno realizzato di Franco Maria Ricci, editore, collezionista d’arte e bibliofilo, che nel 2015 mantenne la promessa fatta allo scrittore argentino Jorge Luis Borges, da sempre incantato dal simbolo del dedalo. Insieme agli architetti Pier Carlo Bontempi e Davide Dutto, Ricci creò un borgo esteso su una superficie di otto ettari: il labirinto vero e proprio è composto da più di 300mila piante di bambù di 20 specie diverse, e il complesso che lo affianca ospita spazi culturali con le prestigiose collezioni d’arte e di libri di FMR (con opere dal Cinquecento al Novecento), porticati, saloni e perfino uno spazio gastronomico parmigiano a cura dello chef Andrea Nizzi.
Tra l’altro, dal 4 al 6 luglio si rinnoverà ’Lost’, il festival immersivo che celebra le espressioni contemporanee della musica elettronica e dell’arte. In occasione del decennale è stata progettata un’app che integra la visita con contenuti inediti e narrazioni, e alcuni totem permettono di arricchire l’esperienza. E fino al 13 luglio negli spazi espositivi del Labirinto è aperta la mostra delle opere di Luigi Serafini, ’Da Serafini a Luigi. L’uovo, lo scheletro, l’arcobaleno’.
Sorprendente e geniale, Luigi Serafini fu straordinariamente legato a Franco Maria Ricci che nel 1981, per primo, pubblicò il ’Codex Seraphinianus’, una fanta-enciclopedia, con tavole dedicate ad animali, frutti, vegetali, completamente inventati e immaginari, accompagnati da ‘didascalie’ vergate in una scrittura tondeggiante ed elegante, ma altrettanto inesistente. L’Altro Universo del ’Codex’ (che ha stregato anche Italo Calvino, Federico Fellini e Tim Burton) fa da spartiacque nel percorso creativo di Serafini: in mostra sono presentate numerose sue opere, dipinti, sculture, installazioni, testimonianze di una creatività ininterrotta e versatile. Fra i lavori più curiosi, una ’Divina Commedia Remix’ dove compaiono anche i tre elementi che più ritornano nel ’raptus visionario’ di Serafini, l’uovo, lo scheletro e l’arcobaleno, appunto. E sotto la piramide del Labirinto, la scultura del ’Minotango’, ovvero un minotauro allacciato a una dama in un ballo sensuale. Mitico. Info e prezzi su www.labirintodifrancomariaricci.it.