Sabato 29 Giugno 2024
BENEDETTA CUCCI
Magazine

Il Bertolucci ritrovato. Nel film girato a 15 anni c’era già Novecento

A Bologna domani l’eccezionale proiezione del 16mm “La morte del maiale“. Realizzato nel 1956 dal maestro, giovanissimo, anticipava i suoi capolavori.

Il Bertolucci ritrovato. Nel film girato a 15 anni c’era già Novecento

Il Bertolucci ritrovato. Nel film girato a 15 anni c’era già Novecento

Nel mondo del cinema ritrovato, quello perduto nel tempo ma portato a galla dalle ricerche e poi dal restauro – il concetto che dà il nome al festival di Bologna Il Cinema Ritrovato in corso fino a sabato 30 giugno – le sorprese sono sempre dietro l’angolo. La più bella dell festival è arrivata ieri e annuncia il ritrovamento eccezionale del film La morte del maiale, girato nel 1956 da un 15enne Bernardo Bertolucci e rimasto inedito e sconosciuto fino a oggi. Un vero tesoro per i cinefili e per il pubblico tutto, che verrà mostrato domani venerdì 28 giugno alle 16.45 al Cinema Modernissimo, da Valentina Ricciardelli e Fabien Gerard della Fondazione Bertolucci e Gian Luca Farinelli e Cecilia Cenciarelli della Cineteca di Bologna, rappresentanti delle realtà che hanno inseguito questa perla con infinite ricerche.

Ecco, ma dov’era finito? Dove è stato trovato? Possibile che Bertolucci (1941-2018) non l’abbia tenuto tra le cose più care, essendo stato un suo debutto assoluto seppur estremamente amatoriale? Ma si sa come vanno le cose, il tempo spinge oggetti e ricordi nelle retrovie delle case, per far posto ad altro. E così ecco saltare fuori il piccolo film di circa 10 minuti in sedici millimentri, di cui in effetti si aveva traccia.

Addirittura lo stesso Bertolucci, in occasione della proiezione in piazza Maggiore a Bologna del suo Novecento – nel 2006, quando il suo capolavoro, uscito nel ’76, compiva 30 trent’anni – ne parlò a Fabien Gerard ed Elena Marco (era un’intervista per il secondo volume della rivista Mangiare&Essere curata dall’amico Mario Mazzetti di Pietralata) raccontando del ruolo del cibo e del mangiare nelle sue opere cinematografiche, con le valenze simboliche e metaforiche che questo tema comporta. I due intervistatori sottolineavano il fatto che Bertolucci era l’unico ad aver portato la catena completa del ciclo alimentare sul grande schermo.

E il Maestro rispondeva: "È comunissimo al cinema che la riunione dei personaggi a tavola, oltre a definire l’ambito sociale in cui si svolge l’azione, si presenti come un’occasione ideale per mettere a confronto i vari punti di vista e rivelare le tensioni e i conflitti. Per quanto riguarda la scena dell’uccisione dei maiali in Novecento, in realtà, era quasi rifacimento del cortometraggio intitolato La morte del maiale del 1956 che girai da ragazzo, in 16 millimetri. Fino a dodici anni sono cresciuto fuori città, in un podere che stava a qualche chilometro da Parma, e la visita del norcino, ogni anno, nelle nebbie di novembre, era qualcosa che aspettavo in stato quasi febbrile, insieme con gli altri bambini del posto, i figli dei contadini che lavoravano per mio nonno".

Il tema della morte del maiale tornerà esplicitamente a galla sia nel progetto mai realizzato I porci del 1965, dall’omonimo racconto di Anna Banti, sia nella Tragedia di un uomo ridicolo (1981) Inoltre, il ricordo della fuga nella neve dell’animale inzuppato di sangue ha ispirato a suo modo la scena terribile dell’assassinio della moglie del professor Quadri, interpretata da Dominique Sanda, alla fine del Conformista (1970).

Ma non si tratta dell’unico ritrovamento: proprio sul set di Novecento, la moglie di Bernardo Bertolucci, Clare Peploe (1942-2021), girò immagini straordinarie (tra queste, anche l’uccisione del personaggio di Attila, il crudele fascista interpretato da Donald Sutherland, il grande attore canadese mancato solo pochi giorni fa), un assaggio delle quali vedremo per la prima volta proprio domani al Cinema Ritrovato, assieme a un filmato di famiglia, girato in vacanza, probabilmente a Forte dei Marmi, nei primi anni ’60.